l'Investitore Accorto

Per capire i mercati finanziari e imparare a investire dai grandi maestri

La guerra valutaria e i suoi minacciosi precedenti

CurrencyWarsSiamo o non siamo nel pieno di una currency war (“guerra valutaria”) di dimensioni globali? Dipende. A sostenerlo, tra i primi, è stato Guido Mantega, il ministro delle finanze brasiliano, che ha coniato l’espressione nel settembre del 2010 con l’intento di denunciare la natura destabilizzante, e di fatto ostile, della politica monetaria superespansiva adottata dalla Federal Reserve americana. Ma la questione resta controversa. Continua a leggere…

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Banche ombra tra città fantasma: e la Cina va

china-shadow-bankingPer la seconda volta in quattro anni, i profeti dell’”atterraggio duro” dell’economia cinese sembrano essere stati smentiti. Dopo un biennio di graduale rallentamento, la Cina è tornata ad accelerare nell’ultimo trimestre del 2012. Il tasso annuo di crescita è salito dal 7,4% al 7,9%, ridando fiato all’ottimismo dei più e mettendo la sordina alle voci allarmate di quella minoranza che, da un po’ di tempo, descrive il miracolo del “capitalismo rosso” cinese come un’incandescente bolla pronta a scoppiare. Continua a leggere…

La ritirata degli Orsi

bearontherun-mar09Il mese di marzo che si chiude è stato il diciassettesimo del bear market azionario in America e tra il ventesimo e il ventiduesimo del bear market in molti mercati europei.

Per vari motivi è stato un mese diverso. Vediamo perché nella panoramica che segue. Continua a leggere…

Rendimento atteso delle azioni: come stimarlo

grantham-mar09Nel post Valutazioni azionarie e rendimenti attesi avevo cercato, qualche settimana fa, di spiegare perché dei mercati azionari sottovalutati sono un’opportunità. Avevo mostrato la tendenza dei multipli valutativi a regredire, nel lungo periodo, verso il loro livello medio e la tendenza degli utili a crescere, nel lungo periodo, a tassi sorprendentemente stabili.

Dalla combinazione di queste due “costanti” nella storia delle Borse era facile derivare la conclusione: valutazioni di mercato inferiori alla media (come le attuali) preludono a cicli caratterizzati da rendimenti delle azioni superiori alla media. Continua a leggere…

Indicatori leading, qualche segnale incoraggiante

Gli indicatori anticipatori (leading indicators) sono uno degli strumenti migliori per interpretare l’evoluzione del ciclo economico. Ne ho parlato spesso e anche negli ultimi giorni, nel post Nouriel Roubini e la recessione americana.

In quell’articolo criticavo il noto economista della New York University per l’eccessivo pessimismo che sembra trasparire dai suoi recenti articoli, nei quali egli nega che ci siano – per lo meno negli Usa – reali segni di frenata nel peggioramento della congiuntura. Continua a leggere…

La Federal Reserve aggredisce la crisi

La Federal Reserve ha annunciato mercoledì scorso l’avvio di un programma di acquisto di 750 miliardi di dollari di titoli garantiti da prestiti ipotecari (mortgage-backed securities o MBS), 100 miliardi di altri titoli detenuti dalle agenzie federali e 300 miliardi di titoli del Tesoro. Nel complesso, si tratta di 1.150 miliardi di dollari che, dalla prossima settimana, verranno iniettati nel sistema americano allo scopo di abbassare tutta la struttura dei tassi, stimolare il credito – soprattutto nel settore immobiliare – e ridare fiato all’economia.

Si tratta di quantitative easing in proporzioni massicce: Continua a leggere…

Nouriel Roubini e la recessione americana

Nouriel Roubini, l’economista della New York University noto come Dr. Doom (Dottor Rovina) per aver anticipato le disastrose conseguenze della crisi dei mutui subprime che i più avevano sottovalutato, continua a far molto parlare di sé. Tant’è che anche i lettori di questo blog chiedono di sapere cosa io pensi di lui e delle sue tuttora sconfortanti previsioni.

Una discussione, avviata da Paolo, si è accesa ad esempio nei commenti al mio ultimo post, Pessimismo e contrarian investing. E’ tempo, forse, che dica la mia. Continua a leggere…

Pessimismo e contrarian investing

Se c’è un’analisi che al momento non è troppo difficile fare è quella dell’umore degli investitori, o – come si dice in gergo – del sentiment, che è estremamente depresso.

Il mondo intero ha atteso per mesi il cambio di amministrazione alla Casa Bianca e poi, nelle ultime settimane, ha reagito con un diffuso senso di delusione alle iniziative che sono state annunciate. Intanto, gli indicatori economici non hanno fatto che peggiorare e la crisi delle banche si è avvitata su se stessa. Continua a leggere…

Quanto è sottovalutato l’azionario europeo?

Scrivevo ieri, nel post Valutazioni azionarie e rendimenti attesi, che i mercati azionari europei sono più sottovalutati di quelli americani.

Per questi ultimi offrivo diversi dati puntuali relativi ai massimi di sottovalutazione toccati al fondo dei grandi bear market del passato e una stima aggiornata del CAPE, ossia del rapporto tra il prezzo e la media decennale degli utili. Continua a leggere…

Valutazioni azionarie e rendimenti attesi

A ottobre, nel post Punto di svolta, scrissi che ero diventato compratore di azioni. Dopo aver giocato in difesa o scommesso al ribasso per quasi un anno e mezzo, sostenevo che la sottovalutazione dei listini azionari era diventata tale da convincermi ad accumulare gradualmente delle posizioni lunghe, ossia rialziste.

Ora che gli indici hanno fatto un altro tonfo, violando con decisione i minimi dello scorso autunno, è giusto chiedersi se quella mia scelta non sia stata sbagliata. Continua a leggere…

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