l'Investitore Accorto

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Il value investing secondo Pabrai II

Nella prima parte di questo articolo ho esposto tre dei nove principi in cui Mohnish Pabrai (nella foto a fianco) sintetizza, nel suo recente libro The Dhandho Investor, la filosofia del value investing. Si trattava, come abbiamo visto, delle seguenti regole:

  1. 1. Concentrati nell’acquisto di quote di aziende già esistenti e ben avviate.
  2. 2. Investi in aziende semplici operanti in settori poco soggetti al cambiamento.
  3. 3. Compra aziende in difficoltà in settori in difficoltà.

Vorrei ora affrontare questi altri tre principi:

4. Compra aziende con un durevole vantaggio competitivo: il “fossato”.
5. Scommetti con forza quando le probabilità sono nettamente a tuo favore.
6. Concentrati sui giochi di arbitraggio. Continua a leggere…

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La formula vincente per battere i mercati azionari

Un editore poco noto ai cultori di finanza, Edizioni di Cinehollywood, ha finalmente tradotto in italiano Il Piccolo Libro che Batte il Mercato Azionario di Joel Greenblatt. Parafrasando Neil Armstrong, direi che si tratta di un piccolo passo per l’umanità ma di un balzo enorme per l’Italia. Se uno dovesse infatti stilare una lista dei cento libri più importanti in materia di investimenti, scoprirebbe che quelli disponibili in italiano si contano sulle dita di una mano. Triste a dirsi, ma è così. Ora si è aggiunto il lavoro di Greenblatt ed è una grande novità, dato che “Il Piccolo Libro”, oltre che qualificarsi agevolmente per la Top 100, merita probabilmente di essere incluso nella Top 10 di tutti i tempi. Vediamo il perché. Continua a leggere…

Sette tratti psicologici per essere come Buffett

buffett.nCome si fa a diventare un novello Warren Buffett, il più geniale investitore di tutti i tempi? La domanda l’ha posta Mark Sellers, un mancato pianista jazz diventato analista finanziario per Morningstar e poi gestore di hedge fund oltre che columnist per il Financial Times, a un gruppo di giovani che sicuramente se l’era già chiesto – e cioè gli studenti del master in business administration dell’Università di Harvard. L’originale e gustosa dissertazione, che ho trovato citata sul blog di Greg Mankiw, merita di essere letta. Per chi abbia difficoltà ad affrontare un testo di alcune pagine in lingua inglese, provvedo con un mio sunto. Continua a leggere…

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