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Rendimento atteso delle azioni: come stimarlo

grantham-mar09Nel post Valutazioni azionarie e rendimenti attesi avevo cercato, qualche settimana fa, di spiegare perché dei mercati azionari sottovalutati sono un’opportunità. Avevo mostrato la tendenza dei multipli valutativi a regredire, nel lungo periodo, verso il loro livello medio e la tendenza degli utili a crescere, nel lungo periodo, a tassi sorprendentemente stabili.

Dalla combinazione di queste due “costanti” nella storia delle Borse era facile derivare la conclusione: valutazioni di mercato inferiori alla media (come le attuali) preludono a cicli caratterizzati da rendimenti delle azioni superiori alla media. Continua a leggere…

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Valutazioni azionarie e rendimenti attesi

A ottobre, nel post Punto di svolta, scrissi che ero diventato compratore di azioni. Dopo aver giocato in difesa o scommesso al ribasso per quasi un anno e mezzo, sostenevo che la sottovalutazione dei listini azionari era diventata tale da convincermi ad accumulare gradualmente delle posizioni lunghe, ossia rialziste.

Ora che gli indici hanno fatto un altro tonfo, violando con decisione i minimi dello scorso autunno, è giusto chiedersi se quella mia scelta non sia stata sbagliata. Continua a leggere…

Panico e miopia degli investitori

Esiste una regola aurea dell’investimento azionario? Penso di sì. L’ha formulata il più grande investitore di tutti i tempi, Warren Buffett, e recita così: “Sii timoroso quando tutti sono avidi, avido quando tutti sono timorosi.” Se questa massima, semplice e paradossale, è aurea è perché, come Buffett dimostra da oltre mezzo secolo, si è rivelata nel tempo straordinariamente redditizia. Continua a leggere…

Cicli di mercato e rendimenti

Uno degli autori che ha popolarizzato con maggior successo la bontà dell’investimento azionario di lungo periodo è Jeremy Siegel (nella foto), noto docente della Wharton School dell’Università di Pennsylvania. Il suo Stocks for the long run (tradotto in italiano con il più oscuro titolo di Rendimenti finanziari e strategie d’investimento) è un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca di ogni investitore.

La tesi di fondo è che non c’è scelta migliore di un portafoglio centrato sulle azioni, ben diversificato in fondi a basso costo, ETF o fondi indicizzati, e gestito in un’ottica di lungo periodo – indifferente cioè alle fluttuazioni ed emozioni del momento, causa degli errori che in modo più sistematico gli investitori finiscono per commettere. Continua a leggere…

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