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La Borsa secondo Graham e Buffett: Mr. Market

E’ arrivato il momento di mantenere una promessa che avevo fatto a giugno nel post I benefici del lungo periodo e offrire una mia traduzione, dato che non ne conosco altre, di un famoso testo di Warren Buffett (nella foto): quello in cui descrive l’atteggiamento da tenere nei confronti del mercato azionario, insegnatogli dal maestro e amico Ben Graham. Si tratta dell’allegoria di Mr. Market, raccontata in modo delizioso nella lettera di Buffett agli investitori del 1987.

Eccola.

Mr. Market

“Ogni volta che Charlie (Munger, socio di Buffett da una vita – ndr) e io compriamo pacchetti azionari per Berkshire (la holding di Buffett – ndr) affrontiamo la transazione come se stessimo per acquistare un’azienda non quotata. Guardiamo alle prospettive economiche del business, alle persone che ne sono alla guida, e al prezzo che dobbiamo pagare. Non abbiamo in mente una scadenza o un prezzo per la vendita. Anzi, siamo disponibili a detenere una quota azionaria a tempo indeterminato finché ci aspettiamo che il valore intrinseco dell’attività cresca a un tasso soddisfacente. Quando facciamo degli investimenti, ci consideriamo degli analisti di business, e non analisti macroeconomici o di mercato o di titoli.”

“Il nostro approccio fa sì che un mercato attivo di compravendita di titoli ci sia utile, dato che periodicamente ci offre opportunità allettanti. Ma non è per niente essenziale […]. Alla fine, il nostro destino economico sarà determinato dal destino economico delle attività che abbiamo acquistato, sia che noi siamo proprietari in parte o del tutto.”

Ben Graham, il mio amico e maestro, descrisse già tanto tempo fa l’atteggiamento mentale nei confronti delle fluttuazioni di mercato che io penso sia più idoneo ad avere successo negli investimenti. Immaginiamo, disse Graham, che i prezzi di mercato provengano da un tipo molto accomodante, di nome Mr. Market, che si trova ad essere il vostro partner in un’attività non quotata. Giorno dopo giorno, senza mai venir meno alla sua abitudine, Mr. Market si presenta da voi fissando un prezzo a cui è disposto a rilevare la vostra quota oppure a vendervi la sua.”

La sindrome maniaco-depressiva di Mr. Market

“Anche se il business di cui voi due siete proprietari potrà avere caratteristiche economiche stabili, le quotazioni di Mr. Market stabili non lo saranno affatto. Triste a dirsi, infatti, il vostro povero socio soffre di incurabili problemi psicologici. A volte si sente euforico e riesce a vedere solo i fattori favorevoli che influenzano la vostra attività. Quando è in quello stato, il prezzo che offre è molto alto perché teme che voi gli strapperete la sua quota, derubandolo di guadagni imminenti. Altre volte è depresso e guardando nel futuro riesce a vedere solo guai per il vostro business e per il mondo. In questi momenti fisserà dei prezzi molto bassi, terrorizzato dall’idea che voi siate sul punto di rifilargli la vostra quota.”

“Mr. Market ha un’altra gradevole caratteristica: non se la prende se viene ignorato. Se la sua quotazione di oggi non è di vostro interesse, domani ve ne proporrà comunque una nuova. Ogni transazione è a vostra discrezione. Ed è chiaro che, a queste condizioni, quanto più il suo comportamento è maniaco-depressivo, tanto meglio è per voi.”

Attenti al pollo

“Come nella storia di Cenerentola al ballo, dovete però prestare attenzione a un ammonimento, se no tutto si trasformerà in zucche e topi: Mr. Market è lì per servirvi, non per guidarvi. E’ la sua disponibilità di denaro, non la sua saggezza, che vi sarà utile. Se un giorno si dovesse presentare da voi in preda a una particolare follia, sarete liberi di ignorarlo come di approfittare di lui, ma sarebbe disastroso se finiste per cadere sotto la sua influenza. E’ chiaro che se non siete certi di comprendere e saper valutare la vostra attività molto meglio di Mr. Market fareste bene a lasciar perdere questo gioco. Come si dice a poker, “Se sei stato mezz’ora al tavolo da gioco e non sai chi è il pollo, il pollo sei tu.”

“L’allegoria di Mr. Market, usata da Ben (Graham), potrebbe sembrare fuori moda nel mondo attuale degli investimenti, in cui la gran parte dei professionisti e degli accademici parlano di mercati efficienti, hedging dinamico e beta. Il loro interesse in questo tipo di cose è comprensibile, dato che delle tecniche avvolte nel mistero hanno evidentemente valore per chi offre consulenze agli investimenti. D’altra parte, quale stregone ha mai raggiunto fama e fortuna dispensando il semplice consiglio: “Prenda due aspirine”?

“Il valore di queste esoteriche teorie di mercato per il consumatore di consigli per gli investimenti è un’altra storia. A mio modo di vedere, il successo negli investimenti non è il risultato di formule arcane, programmi computerizzati o segnali fatti scattare dal comportamento di prezzo di titoli e mercati. Invece, un investitore avrà successo combinando una buona capacità di valutare un’attività economica con l’abilità di isolare i suoi pensieri e comportamenti dalle contagiosissime emozioni che si agitano nei mercati. Nei miei sforzi di rimanere isolato, mi è stato di grande aiuto tenere bene in mente il concetto di Mr. Market formulato da Ben.”

La macchina che pesa

“Seguendo i suoi insegnamenti, Charlie e io lasciamo che siano i risultati operativi delle società in cui investiamo a dirci se abbiamo successo, e non l’andamento quotidiano o anche annuale delle loro quotazioni. Il mercato è capace di ignorare per un po’ il successo di un’attività economica, ma alla fine lo riconoscerà. Come ha detto Ben: Nel breve periodo, il mercato è una macchina che vota, ma nel lungo periodo è una macchina che pesa.” La rapidità con cui il successo viene riconosciuto, inoltre, non è poi così importante a condizione che il valore intrinseco dell’attività cresca a un tasso soddisfacente. In realtà, un ritardato riconoscimento può essere un vantaggio: può darci l’opportunità di comprare un pacchetto maggiore di azioni di qualità a prezzi da saldo.”

“Qualche volta, naturalmente, il mercato potrà ritenere che un business abbia un valore superiore a quanto i fatti sottostanti sembrano indicare. In un caso simile, venderemo le nostre quote. Altre volte, inoltre, venderemo un titolo che è al suo giusto prezzo o è persino sottovalutato perché abbiamo bisogno di fondi per un investimento ancor più sottovalutato o che pensiamo di comprendere meglio.”

“Ma voglio sottolineare che non vendiamo pacchetti azionari solo perché si sono apprezzati o perché li abbiamo detenuti a lungo. (Di tutte le massime di Wall Street la più sciocca è probabilmente: “Non si può fallire prendendo profitti.”) Siamo contenti di tenere in portafoglio un titolo a tempo indeterminato, a condizione che il rendimento atteso del capitale azionario del business sottostante sia soddisfacente, il management sia competente e onesto, e il mercato non sopravvaluti il valore dell’attività.”[…]

P.S.: Una selezione ragionata del meglio delle lettere di Buffett si trova nel libro The Essays of Warren Buffett: Lessons for Corporate America, a cura di Lawrence Cunningham (un libro essenziale, che non dovrebbe mai mancare nella libreria di ogni serio investitore e che, purtroppo, nessuno ha finora pensato di tradurre in italiano). La raccolta integrale delle lettere di Buffett è invece disponibile sul sito di Berkshire Hathaway.

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3 pensieri su “La Borsa secondo Graham e Buffett: Mr. Market

  1. bgfb in ha detto:

    ottimo articolo e ottimo blog complimenti

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