L’analisi tecnica svela un rally di Borsa sospetto
I mercati azionari sembrano essersi lasciati rapidamente alle spalle la crisi di agosto, le preoccupazioni per i mutui subprime americani e la debacle dei CDO. Borse dei paesi emergenti, Nasdaq e, infine, venerdì scorso, l’S&P 500 hanno in rapida successione toccato nuovi massimi. Tutto bene, dunque? I mercati stanno scaldando i motori per il tradizionale rally di fine anno? La domanda è impegnativa. E va in qualche modo ridotta alle sue parti per poter trovare un principio di risposta. Ci si può chiedere, ad esempio, qual è stata sin qui la natura del rimbalzo degli indici dai minimi di metà agosto. E l’analisi tecnica ci viene in soccorso.
Prima di passare a due semplici e utili grafici, pubblicati in questi giorni sul sito Safehaven.com, vorrei però fare una rapida premessa.
Limiti e utilità dell’analisi tecnica
E’ la prima volta che do spazio all’analisi tecnica. E qualcuno si potrà chiedere che ci stia a fare, in un blog che dice di ispirarsi a Ben Graham, a Warren Buffett e al value investing. Dirò questo: l’educazione al “valore” è per me il fondamento su cui meglio e con più successo si può gestire un portafoglio nel lungo periodo. E’, insomma, la via maestra per un duraturo successo come investitori. Un po’ di eclettismo, che non scada nella confusione e nell’improvvisazione pasticciata, può però essere d’aiuto.
Sarebbe stolto pensare di poter tutti condividere le sopraffine capacità di analisi del valore di un Warren Buffett, che lo portano ad esempio, e nel suo caso giustamente, a disdegnare il prudenziale principio della diversificazione del portafoglio. Per un normale investitore, che pur si ispiri alla filosofia di Buffett, diversificare i titoli in portafoglio è invece una saggia cautela.
Allo stesso modo, puntare solo sul value investing, ignorando dogmaticamente quanto ci può essere di utile in altre filosofie d’investimento, mi sembra un’inutile forzatura.
Ad esempio, in questa fase, dopo quasi cinque anni di bull market, sarebbe avventato non cercare di applicare i più idonei strumenti d’analisi al tentativo di capire se la fase ascendente stia per esaurirsi e non sia tempo di adottare un’allocazione di portafoglio più difensiva. L’analisi del ciclo, l’analisi del sentiment, l’analisi tecnica possono offrire interessanti indicazioni.
Aggiungerò che dell’analisi tecnica le parti che meno mi convincono sono quelle più popolari e diffuse, come l’analisi del trend e dei pattern (figure) disegnati dai prezzi.
Nella mia esperienza (suffragata peraltro da più accurati studi scientifici), il verificarsi di una figura o la rottura di un trend hanno una valenza predittiva alquanto dubbie: conferme e smentite del presunto significato di questi “eventi” sono, grosso modo, altrettanto frequenti.
Un aspetto dell’analisi tecnica che trovo invece più utile e fondato è la cosiddetta analisi dei market internals, cioè di quanto accade sui mercati al di là dei movimenti di prezzo, al di sotto della superficie immediatamente visibile.
Come si comportano i volumi, come si modifica l’ampiezza o spessore del mercato in relazione ai prezzi (in inglese, market breadth, data dal rapporto tra titoli che salgono e titoli che scendono) è ciò che spesso offre le indicazioni più prescienti.
In estrema sintesi, un rally che poggi su volumi calanti e un’ampiezza sempre più sottile (perché a sospingere gli indici sono sempre meno titoli) è un rally fragile, destinato probabilmente a invertire rotta.
Debolezza del rally dai minimi di agosto
Di questo si occupano i due grafici che ho selezionato da Safehaven.com.
Il primo, tratto da un articolo di David Yu, illustra prezzi e volumi dell’indice S&P 500 dalla fine di agosto. Come evidenziano le frecce rosse, mentre i prezzi salivano i volumi scendevano. Nel corso del mese di settembre, sempre più investitori si sono accontentati di starsene in disparte a osservare quello che succedeva. E questo si è ripetuto anche venerdì scorso, quando l’indice ha segnato dei nuovi massimi.
Il secondo grafico, tratto da un articolo di Mike Burke, accosta l’andamento di prezzo dell’indice S&P 500 alla cosiddetta linea advance-decline (ADL) del NYSE, uno dei più utili indicatori di ampiezza del mercato, ottenuto semplicemente aggiungendo il saldo tra titoli in ascesa e titoli in flessione al totale precedente.
La direzione dell’ADL, che riflette l’andamento dei circa 3300 titoli quotati al NYSE, viene poi confrontata con l’andamento di prezzo dell’indice di mercato, in cerca di divergenze.
Come scrive John Murphy nella sua “bibbia,” Analisi tecnica dei mercati finanziari, su cui si sono formate generazioni di analisti tecnici, “la linea degli advance-decline ci dice se la ‘truppa’ sta marciando assieme ai ‘generali’.” E aggiunge: “Storicamente la linea AD raggiunge il suo massimo in anticipo rispetto agli indici del mercato, e questo è il motivo per cui è tenuta costantemente sotto controllo.”
Il grafico di Safehaven.com mette in luce un quadro, come nota Mike Burke, tipico di un top di mercato.
S&P 500 (in rosso) e linea AD (in verde) hanno toccato un primo massimo, simultaneamente, ai primi di giugno (le linee tratteggiate verticali indicano l’inizio di ogni mese, quella tratteggiata in rosso l’inizio dell’anno). Il nuovo massimo segnato dall’indice a metà luglio non è stato confermato dall’ADL, che anzi ha cominciato a flettere prima, anticipando la brusca correzione estiva del mercato. Il nuovo massimo di venerdì si è accompagnato a una linea AD in ripresa molto più lenta, e ancora lontana dai suoi massimi di fine primavera. La truppa, insomma, è riluttante a seguire i generali.
Volume e ampiezza ci raccontano storie simili. Il rally dell’ultimo mese e mezzo appare sospetto, perché ha avuto scarsa partecipazione di investitori (bassi volumi) e di titoli (linea AD divergente rispetto ai prezzi). Elementi di forza che oggi non sono presenti potrebbero apparire da un momento all’altro. E’ probabile che molti investitori abbiano deciso di stare alla finestra in attesa delle trimestrali del terzo trimestre, la cui pubblicazione prende il via proprio oggi.
In ogni caso, la conclusione da trarre, per ora, è che di questo rally, e della grancassa mediatica che ha salutato i nuovi massimi di Wall Street, è giusto essere scettici.
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