Omaggio a Popper IV
L’omaggio a Karl Popper prosegue con una serie di pensieri sulla ricerca scientifica e la filosofia:
“Il segreto dell’eccellenza intellettuale è lo spirito di critica, è l’indipendenza intellettuale.” (La società aperta e i suoi nemici)
“Ai nostri giorni nessun uomo dovrebbe essere considerato colto se non ha interesse per la scienza […] Chi non si sforza di acquisire una comprensione di questo movimento si taglia fuori dal più rilevante sviluppo che si è registrato nella storia degli affari umani. Le nostre cosiddette Facoltà di Lettere, fondate sulla teoria che per mezzo di un’educazione letteraria e storica si può introdurre lo studente nella vita spirituale dell’uomo, sono quindi diventate obsolete nella loro forma attuale. Non ci può essere storia dell’uomo che escluda la rievocazione delle sue lotte e conquiste intellettuali; e non ci può essere storia delle idee che escluda la rievocazione delle idee scientifiche. Ma l’educazione letteraria ha anche un aspetto più grave. Non solo essa non riesce a educare lo studente, che spesso poi diventerà un insegnante, alla comprensione del più grande movimento spirituale del proprio tempo, ma spesso non riesce neppure a educarlo all’onestà intellettuale. Soltanto se lo studente fa la diretta esperienza di quanto facile sia errare e di quanto difficile sia fare anche un piccolo progresso nel campo della conoscenza, soltanto in tal caso egli può percepire il significato dei criteri di onestà intellettuale, può giungere al rispetto della verità e al disprezzo dell’autorità e della presunzione. Ma nulla è più necessario della diffusione di queste modeste virtù intellettuali. ‘La capacità mentale – scrisse T. H. Huxley in A Liberal Education – che risulterà della massima importanza nella vostra vita sarà la capacità di vedere le cose come sono senza riguardo per l’autorità…Ma nella scuola e all’università voi non conoscerete altra fonte di verità che l’autorità.’ Riconosco che, disgraziatamente, questo è vero anche di molti corsi scientifici, che da alcuni insegnanti sono ancora trattati come se la scienza fosse un ‘corpo di conoscenze’, per usare una vecchia espressione. Ma questa idea, almeno lo spero, finirà un giorno con lo sparire; infatti la scienza può essere insegnata come un’affascinante parte della storia umana, come un insieme, in rapido sviluppo di audaci ipotesi controllate dall’esperimento e dalla critica. Insegnata in questo modo, come parte della ‘filosofia naturale’ e della storia dei problemi e delle idee, essa può diventare la base di una nuova educazione universitaria liberale; di un’educazione il cui scopo, quando non può produrre degli esperti, sia quello di produrre almeno uomini che sappiano distinguere fra un ciarlatano e un esperto. Questo obiettivo modesto e liberale trascenderà di gran lunga tutto ciò che oggigiorno le nostre Facoltà di Lettere riescono a realizzare.” (La società aperta e i suoi nemici)
“La scienza comincia con problemi e finisce con problemi.” (La ricerca non ha fine)
“La teoria di Einstein ha demolito l’autorità di quella di Newton, e con questa qualcosa di importanza anche maggiore – l’autoritarismo nella scienza. Coloro che appartengono alla mia generazione ricorderanno probabilmente i giorni in cui la religione secolare della scienza pretendeva un’autorità totale. Si riconosceva il ruolo giocato dalle ipotesi, ma lo si considerava euristico e transitorio: si riteneva la scienza un corpo di conoscenze. Non consisteva di ipotesi, ma di teorie provate – teorie provate come quella di Newton. […] L’epoca della scienza autoritaria è stata superata, penso per sempre, grazie alla rivoluzione di Einstein. […] Einstein fu chiaro fin dall’inizio riguardo alla natura essenzialmente congetturale delle sue teorie.” (Il mito della cornice)
“Il movente principale dell’evoluzione e del progresso è la varietà del materiale da sottoporre a selezione. Per quel che riguarda l’evoluzione umana, è la ‘libertà di essere anche eccentrico, e diverso dagli altri’ , ‘di dissentire dalla maggioranza e di seguire la propria strada’. Il controllo olistico, cioè il livellamento non dei diritti umani, ma delle menti umane, significherebbe la fine del progresso.” (Miseria dello storicismo)
“Il nostro interesse principale in scienza e in filosofia è, o dovrebbe essere, la ricerca della verità, mediante audaci congetture, e la ricerca critica di ciò che è falso nelle nostre varie teorie rivali.” (Conoscenza oggettiva)
“Una delle cose che possono capitare a un filosofo, e che questi può sicuramente annoverare fra le sue più alte conquiste, è di scorgere un enigma, un problema, o un paradosso, non precedentemente rilevato da alcun altro. E’ questo un evento ancor più importante della risoluzione dell’enigma. Il filosofo che per primo scorge e comprende un nuovo problema scuote la nostra pigrizia e il nostro compiacimento. Egli fa per noi ciò che Hume fece per Kant: ci risveglia dal ‘sonno dogmatico’ e apre davanti a noi un nuovo orizzonte.” (Congetture e confutazioni)
“Una rivoluzione scientifica, per quanto radicale, non può rompere del tutto con la tradizione, perché deve proteggere la validità delle teorie precedenti. Ecco perché le rivoluzioni scientifiche sono razionali.” (La razionalità delle rivoluzioni scientifiche)
N.B.: le altre raccolte di pensieri di Popper sono qui: Omaggio a Popper I, Omaggio a Popper II, Omaggio a Popper III, Omaggio a Popper V.
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