l'Investitore Accorto

Per capire i mercati finanziari e imparare a investire dai grandi maestri

Obama e i mercati

All’inizio di ogni semestre la rivista americana Barron’s organizza una tavola rotonda tra una decina di grandi investitori allo scopo di sondare le loro aspettative sui mercati finanziari, riportandone poi un ampio resoconto. Nell’ultima, pubblicata in queste settimane, Felix Zulauf descrive tra l’altro Barack Obama come “pericoloso per il mercato”, nel senso – si affretta a chiarire –  che “le aspettative che possa cambiare il mondo sono troppo elevate.” Alla fine, aggiunge, “il mercato resterà deluso del fatto che non ce la farà a cambiare le cose così in fretta e così a fondo quanto la gente spera.”

Come si sarà intuito, la tavola rotonda si è svolta ai primi di gennaio, quando Zulauf poteva ancora parlare del “rally della speranza in Obama.” Quel rally, partito dai minimi di fine novembre, si è poi subito spento. E dal 7 gennaio i mercati hanno ripreso a scendere in picchiata facendo mutare il quadro così in fretta da fare invecchiare precocemente l’analisi del noto investitore svizzero.

Ha riportato oggi Bloomberg che tra il giorno delle elezioni presidenziali, il 4 novembre, e l’odierna inaugurazione l’indice Dow Jones ha perso il 14%. Si tratta di un record. Nella storia americana un calo di Borsa così ampio tra elezione e inaugurazione di un nuovo presidente non si era mai verificato. L’Obama hope rally non c’è più, non c’è mai stato. Verrebbe quasi il dubbio che già si possa parlare di un Obama disillusion crash.

Spero e penso di no. Un precedente storico, per quel che può valere, ci viene in soccorso. Come nota l’articolo di Bloomberg, il secondo peggior calo di mercato tra Election Day e Inauguration Day fu quello del 13% registrato a cavallo tra il 1932 e il 1933, quando a prendere possesso della Casa Bianca fu Franklin Delano Roosevelt. Dopo la sua inaugurazione, il mercato cambiò direzione e non si guardò più indietro, producendosi in un rally del 75% nel corso del resto dell’anno.

Si tratta più che altro di una curiosità e mi guardo bene dall’attribuirvi particolari significati. A prescindere dall’aneddotica storica e al contrario di Zulauf, io sono però convinto che Obama possa far bene ai mercati. Il fatto che il culmine della crisi finanziaria abbia coinciso con gli ultimi giorni di una confusa, spenta e impopolare presidenza Bush e poi con la transizione ai vertici del potere politico americano è stato in questi mesi un enorme handicap.

Leadership e speranza

Obama ha in grande misura la dote che per Napoleone caratterizzava la leadership, e cioè la capacità di infondere speranza. E oggi l’ha di nuovo dimostrato in un commovente discorso inaugurale in cui non ha mancato di sottolineare – riecheggiando i toni del primo discorso da presidente di John Fitzgerald Kennedy – che, con lui, “l’America ha scelto la speranza al posto della paura.”

Del bene immateriale della fiducia c’è oggi estremo bisogno, come ricordava Warren Buffett in un’intervista di un paio di giorni fa, in cui analizzava nelle seguenti, scarne e lucide parole il senso dell’attuale crisi: “Quel che sta accadendo è un ciclo di feedback negativi. C’è paura, che induce la gente a non voler spendere e a non voler investire. E ciò genera altra paura.”

Tutto qua. Al di là dei tanti e reali problemi che stanno squassando il mondo della finanza, la questione più di fondo è quella individuata da Buffett. E per affrontarla Obama, con il suo carisma, è – come sostiene sempre Buffett – “il migliore dei comandanti in capo.”

Seguendo alla BBC la cerimonia dell’inaugurazione del 44° presidente degli Stati Uniti, ho pensato che il radicamento nella storia e la capacità di cambiare sono le due grandi forze di quel grande paese. Entrambe, oggi, erano in piena evidenza. A ogni passo, la cerimonia e i discorsi hanno evocato i migliori momenti e le più nobili figure della storia americana. Questa coscienza del passato è una consapevolezza di sé che dà forza. Quanto alla capacità di cambiamento, necessaria per essere all’altezza di sfide sempre nuove, bastava Obama. Simbolo più eloquente non c’è.

Mi è venuta in mente una citazione di Johann Wolfgang Goethe, che dice: “Sono due le cose che i bambini dovrebbero ricevere dai loro genitori: radici e ali.” Radici e ali, radicamento nella storia e capacità di cambiamento: quello che serve a un bimbo, dopotutto, serve anche a un popolo e a un paese – collettività umane in perenne evoluzione. L’America li ha, e visto il ruolo che l’America svolge nel mondo, l’idea mi rassicura.

Io sono ottimista. E penso a questa crisi e alle nostre vite. Oggi, dei mercati, non m’importa.

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26 pensieri su “Obama e i mercati

  1. GIUSEPPE in ha detto:

    Bene, io stò cercando anche tramite la sua visione del momento, di non avere paura anche se purtroppo abbondantemente esposto in borsa attualmente. Ma se la paura non passa a tutti questo sforzo non vale nulla…
    Cordialmente.
    Giuseppe

  2. Francesco in ha detto:

    Con ogni probabilità dal nostro punto di osservazione non riusciamo a percepire il reale impatto di questa crisi negli Sates(si sà l’Italia “stà meglio”). Risulta impressionate constatare prima la commozione e l’esultanza per l’elezione e ora la folla oceanica in occasione del giuramento. Ieri Severgnini ha coniato un titolo per riassumere questo momento “niente scuse siamo l’America” Se la consapevolezza del proprio passato serve come spinta ai cambiamenti necessari per affrontare il futuro, si deve essere ottimisti.

  3. Salve, Bertoncello.
    Condivido tutto.
    Grazie per avermi indirettamente risposto sulla GlOBAMisation, ma Lei come al solito ha espresso il concetto con molta più eleganza e maggiori citazioni.
    Complimenti, per l’ennesima volta

  4. Bartolo in ha detto:

    Dott Bertoncello,
    e’ vero: molti sono rimasti delusi dal fatto che il cosiddetto “rally presidenziale” non si e’ verificato.

    A queste persone vorrei dire: ben piu’ di un rally, di un misero guadagno abbiamo avuto la fortuna di vedere ieri.

    Abbiamo visto un uomo che ha davvero l’impronta di Dio.

    Uno per il quale contano le persone, i loro diritti, l’unita’ degli intenti, l’eguaglianza.

    Sembrano parole dette, cose superate, ma non e’ cosi’.

    Credo che l’amministrazione Bush abbia calpestato davvero quello che di migliore l’America aveva da offrire al mondo, e spero che gli americani, risvegliandosi, non permettano mai piu’ che le loro menti siano offuscate da una tale poltiglia di interessi economici, superficialita’ ed ipocrisia.

    Buona giornata e grazie per questa opportunita’

    Bartolo

  5. salus in ha detto:

    sempre grazie per i tuoi articoli (li leggo sempre anche se a volte non lascio commenti)
    Condivido i tuoi pensieri e anche le considerazioni sul momento attuale dei mercati. Anche secondo me è una occasione storica di acquisto.
    I problemi tuttavia permangono perchè mancano regole e controlli sui mercati. Queste mancanze e la conseguente feroce volatilità non sfavorisce l’istaurarsi di un clima di fiducia NECESSARIO al fine di rendere efficaci le manovre monetarie ed economiche attuate.

  6. Rossella in ha detto:

    Dedicato a chi interessano segnali operativi.
    Poichè i trend sono chiaramente definibili, tenete presente quanto segue:
    – trend PRINCIPALE (lungo periodo): RIBASSO (fin dove nessuno lo sa, di SICURO non inverte nel 2009)
    – trend di MEDIO PERIODO: AMPIO LATERALE
    – trend di BREVE: RIBASSO (anche con nuovi minimi ma senza crolli e panico)
    Oggi e domani giornate OTTIMe per acquistare purchè si sappia riconoscere il momento per liquidare in ottica di medio cioè mesi.

    Dr Bertocello lei a volte fa affermazioni sconcertanti: ieri parlava di “noiosi numerini in rosso” e oggi dice che non è interessato ai mercati, allora siamo qui solo per fare accademia? contenti i suoi lettori… io sono pragmatica e poi gli adulatori che non hanno niente da dire mi irritano.
    Comunque la stimo perchè è un bravo reporter finanziario ed apprezzo moltissimo quello che fa per il blog, complimenti di cuore. Anzi la pregherei di affrontare l’hedging di un portafoglio ipotetico di un investitore medio-piccolo. Grazie da subito.

  7. Mirko in ha detto:

    Grazie Rossella,

    il confronto è sempre ben accetto, ma personalmente, continuo il “piano accumulo titoli” senza analizzare troppo le notizie di giornata.
    Tutte quelle sfornate quotidiane di numeri le trovo molto noiose.
    Cerco di semplificare ai minimi termini la questione e di comprare in svendita e vendere al sopraggiungere dell’ euforia collettiva.

    Un plauso al discorso di Obama, ai 2-3 miglioni di cittadini che erano li ed alla speranza che vi si respirava.
    Purtroppo conosciamo lo spessore politico e soprattutto umano dei nostri rappresentanti.
    Il presente ed il futuro della nostra nazione è molto cupo.
    Chi ci rappresenta è un “finto ambizioso”, credono che possedere ville, auto, donne, ecc… sia il successo.
    Si accontentano!
    Invece potrebbero scrivere pagine di storie e dare un futuro ad un popolo.
    Auguro un 2009 felice ed ambizioso ai nostri Poveri Falliti.

    Cordiali saluti

    Mirko

  8. mercury in ha detto:

    Scusate una cosa: Ma avete letto l’analisi del Prof. Roubini ?

    “Il sistema bancario USA è di fatto ormai insolvente, lo scoperto che potrebbe avere in seno il settore creditizio si aggira sui 3.600 miliardi di dollari. Se questa previsione si realizza, il sistema bancario USA è insolvente, in quanto parte da un capitale di 1.400 miliardi di dollari. Quindi è una crisi sistematica. Quindi siamo alle soglie della bancarotta del sistema. E Citigroup, Bank of America e le altre ne sono la più lampante fotografica. Questo negli USA, ma in Europa la situazione non è assolutamente migliore.”

    Come si fa ad essere tranquilli e pensare che sia giunto il momento di entrare in borsa ?

  9. Gentile Rossella,

    lei si professa pragmatica ma – se permette un’osservazione che riguarda solo il testo da lei scritto e che formulo nel massimo rispetto per la sua persona – sembra soffrire di facili irritazioni, di un certo dogmatismo e dell’attitudine a elaborare certezze.

    Io non faccio accademia, scrivo un blog. E i blog sono diari personali, intessuti dei materiali di cui è fatta la nostra vita: intuizioni, riflessioni e anche pensieri laterali e speranze.

    Ieri ho seguito l’inaugurazione di Obama e non i mercati, e di questo ho voluto scrivere – inserendo poi il post nelle categorie “pensiero libero” e “politica”. Erano spazi del mio blog che sono esistiti sin dall’inizio. Sono spazi della mia libertà. Mi dispiace che la sconcertino.

    Cordiali saluti,

    Giuseppe B.

  10. Rossella in ha detto:

    Non è un problema, io continuerò a leggerla, a divertirmi per i bacchettoni che frequentano il blog e non scriverò più perchè la sua reprimenda è un invito a non disturbare la quiete, alla faccia del confronto.

    (Mercury spiega tu cos’è uno stop loss ai cassettisti)

  11. Thomas78 in ha detto:

    Buonasera,
    Douglas A. McIntyre del Financial World Magazine afferma che i posti di lavoro e i prezzi delle case sono gli indicatori di base perchè segnaleranno in anticipo la fine della recessione. Dice che i prezzi delle case sono fondamentali per il recupero degli utili delle banche e che sono direttamente correlati all’occupazione, al credito al consumo e alla fiducia dei consumatori.
    Cosa ne pensa?
    Grazie e complimenti per il blog, Tommaso

  12. sueggiù in ha detto:

    Ispirare fiducia (e alimentare speranze) in momenti come questi non è mai facile e che Obama sia stato in grado farlo, anche oltre i confini degli USA, vorrà pure dire qualcosa o no?
    Provate a chiudere gli occhi e ad immaginarvi se al posto suo ci sarebbe stato, per un altro quadriennio (!)… George W. Bush….
    a me si é aperto il cuore quando un elicottero se l’è portato via.

    A Rossella, io penso che i lettori di questo blog siano tutti (chi + chi -) pragmatici come Lei; non vedo come possa essere diversamente per chi segue e investe sui listini.
    Non c’è niente di male se, per una volta, si scrive e si discute di altro che non siano i soliti “freddi” dati ed andamenti macroeconomici.
    Avere delle emozioni non significa propriamente essere dei bacchettoni.

    Cordialmente

  13. Albertino in ha detto:

    Bartolo sei sicuro di non bestemmiare quando dici che Dio lascia le impronte? L’unica impronta che barakobama rischia di ricevere è sul suo lato B se non obbedirà ai desiderata di chi gli ha finanziato la campagna elettorale. Ha cominciato bene nel segno della continuità sostituendo Bernanke col fedelissimo della fed di newyork (ma non doveva cambiare?); ora i soldini del Tarp finiranno nelle tasche dei finanzieri criminali amici e amici degli amici di Paulson (anche questo non mi pare un gran cambiamento). Barackone si propone con un mega show pagato come al solito dal contribuente per consolidare il suo consenso e si affretta a prendere provvedimenti populisti tipo guantanamo, giusto per dare qualche osso alla folla plaudente e inebetita. Nel frattempo wallstreet (-5%), o meglio la cupola che governa la finanza mondiale, il giorno del suo insediamento gli manda un avvertimento trasversale in perfetto stile mafioso: se non mantieni fede agli impegni che hai con NOI ti scateniamo il finimondo. Non escludo che gli abbiano anche mandato un santino di JFKennedy.
    Bartolo invidio la tua ingenuità ma vai a confessarti oppure cresci.

  14. MarcoDC in ha detto:

    Dott. Bertoncello,
    Bruce Springsteen, chiamato da Obama a partecipare come ospite “cantante” a una tappa del suo tour pre elettorale, disse che temeva, data la sua sfortunata precedente partecipazione, di essere considerato un jinx (iettatore). Ora io temo lo stesso; le avevo giusto scritto qualche giorno fa che ALTRI blog erano infarciti di inutili polemiche e autocelebrazioni tra amici e ora leggo questo thread…

    Per il resto condivido con chi scrive che il rischio Obama sta nelle aspettative forse eccessive; come quando ci si aspetta una trimestrale particolarmente brillante: esce molto brillante ma potrebbe non esserlo abbastanza.

    Riguardo il messaggio di Rossella condivido giusto l’indicazione sull’hedging come argomento interessante: ma forse diventa un aspetto troppo tecnico.

    Saluti

  15. Gentile Albertino,

    prima o poi mi deciderò a scrivere una pagina di “netiquette” per il mio blog. Penso che accadrà più prima che poi.

    Il tono del suo commento non è di quelli che mi impressionano favorevolmente. Le spiego perchè.

    Il blog non è un forum, non è una piazza, nè tantomeno un bagordo carnascialesco dove al riparo dell’anonimato ognuno fa e dice quel che gli pare.

    Ogni blog è un po’ come una casa del suo autore. Questo, in particolare, è casa mia.

    Chi vi partecipa è come se fosse invitato a una mia festa. Io sono un padrone che ama la compagnia e la discussione. Mi diverto se ci sono facce nuove e idee nuove e ognuno dice la sua, magari in modo spiritoso e un po’ pepato.

    Quando gli ospiti mi ringraziano, io ringrazio. Il loro piacere è il mio piacere.

    Mi annoio un po’ se dicono: “Oh, com’è bravo il padrone di casa!”, e si fermano lì. Mi annoio un po’ di più se insistono ossequiosi: “Oh, come ha ragione il padrone di casa.”

    Ma quel che mi irrita assai è quando qualcuno si comporta in modo spocchioso, offensivo e inutilmente provocatorio. Se insiste, lo caccio.

    Penso di non averle detto nulla di nuovo. A tutte le feste a cui io partecipo, ogni padrone si comporta così.

    Cordiali saluti,

    Giuseppe B.

  16. Bartolo in ha detto:

    Caro Albertino,
    innanzitutto ti consiglio di guardare meno film di spionaggio e soprattutto di parlare di cose delle quali puoi avere una buona percentuale di affidabilità.

    E’ un po’ come con il mercato, puoi lavorare solo con i dati disponibili, ma azzardare ipotesi su questioni cosi’ complesse, scusami, ma mi fa un pò sorridere.

    A meno che tu non faccia parte della squadra di Obama o che abbia informazioni altamente confidenziali, ma in tal caso dubito che avresti risposto a me su questo blog…

    Per quanto riguarda la questione del mega show fatto con i soldi dei contribuenti, anche su questo evidentemente sei stato un po’ qualunquista, ti consiglio di approfondire.

    In ogni caso il mio commento era solo un gioioso modo di accogliere un uomo che, pur avendo giocato un gioco difficile e complesso, è riuscito a trasmettere fiducia laddove questa era stata ormai stancamente dimenticata dalla maggior parte della gente.

    Ebbene si, sono un ottimista, credo ancora nelle persone vere. Credo ancora che ci sia qualcuno che coltivi nel proprio spirito l’antica aspirazione al bene e che abbia il potere di metterlo in pratica.

    Sempre meglio di quelle facce scure, pessimiste e lamentose che, inconsapevolmente, non fanno altro che pilotare la propria vita su di un binario morto.

    Dunque, caro Albertino, la prossima volta che ti salta in mente di giudicare, conta fino a 10 e smettila di guardare +3% o -5%, lo sai che lo stress fa male alla salute.

    Cordiali saluti

    Bartolo

  17. Daniele in ha detto:

    Gent.mo Dott. Bertoncello
    concordo assolutamente sul fatto che la spicologia sia un elemento assolutamente rilevante nell’ambito dei fenomeni economici. Obama è la nuova speranza… lo attendiamo alla prova dei fatti. Però ora i fatti sono anche costituiti dagli elementi che scaturiscono da un sistema finanziario in bancarotta. L’analisi di Roubini al riguardo non fa che tirare le somme relativamente alla massa spaventosa di derivati che le banche USA hanno in corpo.
    Cosa dire poi dei vari elementi del deficit aggregato USA? Spiace leggere un dato che non risponde alla realtà, vale a dire che il deficit USA sarebbe al 40 % del PIL. Si veda il commento n.8 all’analisi da Lei condotta tre post orsono…
    Con stima
    Daniele

  18. Alessandro in ha detto:

    Ragazzi… qui si disquisisce amenamente del più e del meno… mentre la nostra Borsa tracolla del 2 percento in media al giorno e di questo passo, il 2009 riuscirà forse a fare persino peggio del già drammatico 2008 che si è portato via l’esatta metà dei miei risparmi di una vita, e credo anche di quelli di molta altra brava gente. Che dire?… discutiamo pure, ma i numeri son numeri e qui mi pare che si vada di male in peggio. Buona giornata a tutti.

  19. Alessandro in ha detto:

    Gentile Bertoncello, le riporto una mail di un operatore finanziario e le chiedo un parere in proposito:

    Storicamente la vendita dovuta a paura è illogica e quindi viene subito ripianata, infatti il VXO che misura la volatilità tutte le volte che ha segnato oltre 40 ha prodotto un forte rialzo azionario nei successivi 6/12 mesi.
    In ottobre ha segnato quota 86 e basti pensare che nel 2002 dopo il crollo del WTC, i fallimenti di Enron, Worldcom ecc. le guerre con Afghanistan e Iraq, le buste all’antrace che terrorizzavano l’America,il VXO segnò come massimo 50 e da febbraio 2003 la borsa volò , pensate quindi che potenziale abbiamo adesso che ha segnato 86 !!!

    Nel mezzo del massimo della paura in ottobre 2008 l’87% delle azioni ha segnato il minimo dell’anno, invece nel pur pesantissimo 2002 solo il 18% delle azioni aveva fatto segnare un minimo, dati come questo possono accadere solo UNA VOLTA NELLA VITA.

    A partire dal 1918 in tutte le crisi la FED ha aumentato lo stimolo monetario, e prima di oggi il massimo dell’incremento della massa monetaria fu nel 1939 con un aumento del 35%, invece in tutte le crisi l’aumento è sempre stato di circa il 10% e nel 2002 del 15%, OGGI la FED ha aumentato la massa monetaria del 95% !!!!

    La valutazione della azioni è stata così in basso SOLO nel 1974 e nel 1982 secondo la ricerca fatta dal modello Valueline su 1700 azioni.
    A partire dal 1836, si proprio da quasi due secoli fa, la valutazione delle azioni a larga capitalizzazione è stata così sottovalutata solo in altri 4 casi: 1876, 1896, 1920,1974 e appunto OGGI !
    QUINDI l’ultima volta accadde nel 1974 e dal quel momento (dicembre 1974) l’indice SeP500 salì fino al 1980 del 125% e nei successivi 26 anni del 2363%, cioè da quel momento iniziò il più lungo e forte mercato toro della storia.

    Le 50 azioni che sono calate di più durante il crollo del 2008, a partire dal 20 novembre 2008 hanno in media guadagnato il 125 %, cioè più di tutti gli altri gruppi di azioni che avevano perso meno, a segnalare che la ripresa è già iniziata, ma dai titoli più sottovalutati e pian piano si allargherà al resto del mercato e inizierà ad influenzare gli indici, che sono calcolati in base alla capitalizzazione e quindi maggiormente influenzati dai titoli che avendo perso meno hanno conservato una maggior capitalizzazione e ancora non sono interessati dal rialzo.

    I crolli del mercato azionario sono sempre frutto di paura e non è mai un calo conseguente ad un deterioramento dell’economia, perché i movimenti economici sono sempre più lenti. Quindi quando arriva un crollo dai prezzi delle azioni si ricava sempre un opportunità nel passaggio ai titoli che hanno perso di più e stavolta questo passaggio è il più fruttuoso di sempre perché il calo è il maggiore di sempre.

  20. Thomas78 in ha detto:

    Alessandro, non hai mai preso in considerazione gli etf short quotati a Milano? sono un ottimo strumento a largo mercato, poco costosi e di facile gestione operativa (come le azioni), indispensabili per proteggere posizioni al rialzo in una fase così delicata dei mercati. Ti do il sito dove trovarli, cerca negli etf strutturati semiattivi per l’spmib e short per dax ed eurostox
    http://www.borsaitaliana.it/quotazioni/etf/etf.htm

  21. Giovanni in ha detto:

    Carissimo dott. Bertoncello,
    è da parecchi mesi che leggo con attenzione il suo blog. Devo dirle sinceramente che è una vera miniera d’oro per il piccolo investitore. La lucidità e chiarezza con cui tratta i suoi argomenti sono eccezionali, e non lo dico per farle piacere, ma perché penso sia vero.
    Ho 35 anni. Fino a poco tempo fa avevo evitato la borsa nell’investire i miei risparmi, memore di una cattiva esperienza fatta in occasione della bolla del 2000. Pensi che con i primi due stipendi avevo aperto un conto online ed acquistato dei titoli Seat PG, dopo lo scoppio della citata bolla, sperando in un recupero! E meno male che li ho venduti nel 2001!
    Purtroppo, attirato dalla discesa dei prezzi, e dal fatto che iniziavo ad avere da parte un buon gruzzolo, ho incominciato ad investire gradualmente dall’inizio del 2008 in ETF ad alto dividendo, nonostante i segnali del mercato azionario fossero negativi, come efficacemente previsto da lei ed altri commentatori, registrando delle perdite rilevanti su tali strumenti. Tuttavia ero attratto dal fatto che i dividendi offerta erano (e sono ancora) tutto sommato stabili e leggermente superiori ai tassi dei titoli governativi, confidando nella superiorità del rendimento azionario nel lungo periodo, poiché valutavo grossolanamente che se lo yeld era uguale o maggiore del tasso sui bond, i mercati non fossero sopravvalutati.
    Questo autunno, dopo aver letto molto sul value investing in estate, e dopo la nota lettera di Buffet al NY Times, ed avendo poca fiducia nella nostra piccola borsa, ho iniziato anche ad acquistare delle azioni sul mercato americano selezionandole secondo i principi della Formula Vincente, nell’ambito dei portafogli ristretti nel sito finanze.net, e scegliendo quelle azioni che avevano un book value più alto (che considero quale margine di sicurezza) o comunque meno care come rapporto EBIT/EV .
    Devo dire che su tali acquisti sono sostanzialmente in pareggio (o in leggere perdita a seconda dei giorni), ma nonostante il periodo nerissimo delle borse, non posso dirmi disperato. Innanzitutto ho ripartito i miei risparmi (circa 150.000 euro) tra titoli di stato (60%) e investimenti azionari (40%), ma soprattutto posso sperare una risalita dei titoli, in quanto i prezzi di acquisto sono stati vicino ai minimi da molti anni a questa parte.
    Spesso la sera leggo un forum di finanza (il più grande in Italia) dove legioni di piccoli investitori si accapigliano tutti i giorni su Telecom Italia, Unicredito, Fiat, Tiscali (!), usando anche complicate analisi tecniche (canali, ritracciamenti, onde, ecc.), ma vedendo sostanzialmente i loro risparmi (investiti spesso sempre su un singolo titolo) andare progressivamente in fumo . Se penso che potevo fare anche io parte di costoro mi vengono i brividi e non mi considero così sfortunato. Ed anche grazie all’elezione di Obama spero che presto i mercati si riprendano (anche se per l’Italia ci credo poco).
    Grazie per i suoi preziosi consigli e per aver dato ospitalità alla mia testimonianza.

  22. Reltaw in ha detto:

    Buonasera,
    oggetto: banche popolari quotate e non quotate.
    Le prime prezzano ormai abbondantemente sia sotto il patrimonio netto contabile che sotto quello tangibile. Le seconde invece a multipli dello stesso (vedasi Pop. Vicenza ecc.).
    A questo punto, partendo dal presupposto che i mercati azionari sono in preda all’irrazionalità e non più in grado di esprimere, con l’incontro della domanda/offerta prezzi congrui, forse le Assemblee dei Soci delle popolari quotate dovrebbero valutare il processo inverso, ovvero il delisting. Prendiamo ad esempio il Banco Popolare (ex pop.vr) con una storia di 150 anni alle spalle di cui solo gli ultimi 10 in Borsa, se fosse tolta dal listino l’azione potrebbe essere valutata di anno in anno al valore aritmetico di bil (attualmente di ca. 16,5 euro per azione contro i 4 della quotazione) e con distribuzione costante e crescente di dividendi.
    I mercati negli ultimi mesi hanno dimostrato l’inadeguatezza anche per l’investitore con approccio di lungo periodo che comunque non può rimanere tranquillo di fronte alla frana continua delle quotazioni. A questo punto meglio essere soci di una non quotata, dove il prezzo lo fa il bilancio e la gestione caratteristica che non sottoporsi ai mutevoli umori del mercato.
    Le Popolari di fatto possono essere tolte dal listino con una semplice assemblea senza bisogno di Opa in quanto di fatto il flottante non esiste e sono tutelate dalla clausola capitaria con centinaia di migliaia di soci.
    Trattasi di possibilità che gli investitori non stanno prezzando, ma sui cui forse sarebbe il caso di farci un ragionamento.
    Grazie e complimenti per il sito che seguo sempre molto volentieri e con vivo interesse.

  23. Albertino in ha detto:

    15, Grazie per lo spocchioso, il “gentile” invece è offensivo.
    Questo è il senso della Sua, ribaltamento dei valori e del senso delle parole: nominare Dio invano nella sua Casa è permesso, fare altrettanto con Obama è peccato.
    Il mio modo di esprimermi è carnascialesco? Certo che lo è: carnevalesco, colorito, scherzoso, con allusioni ironiche…
    Spocchioso? è vero anche questo, la sicurezza dei miei convincimenti mi può rendere arrogante ma mai altezzoso e sdegnoso, altre caratteristiche della spocchia, che invece trovo ben presenti nel suo modo di relazionarsi con chi non condivide le sue opinioni e che non ha il suo “stile”

  24. MarcoDC in ha detto:

    Albertino, mi permetta, riporto alcune delle sue frasi (alla fin fine non ho praticamente potuto tralasciare quasi nulla)

    “L’unica impronta che barakobama rischia di ricevere è sul suo lato B se non obbedirà ai desiderata”
    -> Come lo sa ?

    “ora i soldini del Tarp finiranno nelle tasche dei finanzieri criminali amici e amici degli amici di Paulson”
    -> Finanzieri CRIMINALI ? Esattamente chi e perchè ?

    “Barackone si propone con un mega show pagato come al solito dal contribuente ”
    -> Contribuenti volontari. BARACKONE ?

    “Nel frattempo wallstreet (-5%), o meglio la cupola che governa la finanza mondiale, il giorno del suo insediamento gli manda un avvertimento trasversale in perfetto stile mafioso: se non mantieni fede agli impegni che hai con NOI ti scateniamo il finimondo”
    -> Perfetto stile mafioso ? Come lo sa che il ribasso di WS è un avvertimento ? E come sa che è mafioso ? Ne ha le prove ? Almeno degli indizi concreti… Chi sarebbero questi mafiosi ? Perchè lei investe o si interessa a una struttura mafiosa ? E’ un investi(ga)tore ?

    “Non escludo che gli abbiano anche mandato un santino di JFKennedy.”
    -> Non può escludere neanche il contrario, quindi cosa significa ?

    “Bartolo invidio la tua ingenuità ma vai a confessarti oppure cresci”
    -> E’ una frase che si commenta da sola

    Lei è giovane, vero ?

  25. Alessandro in ha detto:

    Eccolo… è tornato!!!
    L’esimio signor Tuor (da buon romano di origini a questo punto lo chiamerei “cci tuor…”), torna alla grande con i suoi articoli che infondono nei cuori speranza e pace…

    Domandina stupida al Sig. Bertoncello: ma non crede in fondo che questo clima ormai esasperato di “De Profundis” contribuisca in maniera determinante al crollo reiterato e senza fine degli indici? Non è forse fondamentale in ogni cosa della vita l’aspetto psicologico, o come lo si chiama in gergo finanziario, il cosiddetto “Sentiment”?

    I PERICOLI DEL BUCO NERO DELLA FINANZA
    di Alfonso Tuor

    Siamo prossimi ad un nuovo peggioramento della crisi, in cui il buco nero della finanza rischia di risucchiare tutto e tutti. ALERT: lettura non consigliata agli ottimismi e ai deboli di carattere.

    Leggere per credere:
    http://www.wallstreetitalia.com/articolo.aspx?art_id=660211

  26. San Siro in ha detto:

    Vorrei proporre un punto di vista diverso del rapporto che intercorre fra “mercati finanziari” da un lato ed “economia reale” dall’altro.
    Quando i mercati vanno troppo bene, significa che si sta preparando una grave crisi che investirà l’economia reale, come sta appunto succedendo oggi.
    Il motivo è che i mercati salgono sì per eccesso di ottimismo, ma tale ottimismo è sostenuto da super-profitti ottenuti comprimendo il costo del lavoro.
    Dimostrazione: negli Usa fra il 1975 e il 2002 il salario del lavoratore mediano è rimasto costante (questo significa che metà dei lavoratori ha visto la propria posizione peggiorare in termini reali). Se prendiamo in considerazione il salario medio dal 1998 ad oggi, vediamo che è cresciuto dello 0,4% all’anno, un tasso ridicolo che dimostra come negli Stati Uniti la stragrande maggioranza dei lavoratori è esclusa dai benefici della crescita economica.
    Le implicazioni macroeconomiche di questi dati, e le relative conseguenze, sono ovvie e non è il caso di ricordarle.
    Il problema è che i provvedimenti che si pensa di prendere, in Europa come negli Usa, non puntano a modificare questo quadro ma a fornire al malato un’iniezione di droga, la keynesina, che dal nome sembrerebbe ispirata alle teorie del Dr. Keynes, ma che in realtà ne tradisce lo spirito e la lettera.

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