Oracoli, onde di Elliott e l’occulto Fibonacci
Nei commenti a uno degli ultimi post mi ha scritto un lettore, Alessandro, chiedendo – con una certa apprensione – il mio parere in merito a una “previsione davvero da paura” pubblicata di recente dal blog Intermarket&more. Ne parlerò volentieri, in un post anziché nello spazio dei commenti, perché penso che l’argomento meriti un minimo di approfondimento.
Di che si tratta? L’autore di Intermarket&more ha preso il grafico settimanale dell’indice S&P 500, dalla fine del bear market del 2002 fino a oggi. Ha tracciato un paio di trendline, costruite congiungendo tra loro un po’ di minimi ascendenti del bull market 2003-2007 e un po’ di massimi discendenti del bear market 2007-2008, ha aggiunto una parallela alla trendline discendente tratteggiando così quello che i graficisti chiamano un canale, infine ha proiettatato in avanti il trend degli ultimi 14 mesi aggiungendo dei ritracciamenti di Fibonacci (di cui parlerò per esteso più in avanti). Risultato? E’ giunto alla conclusione che, se saranno violati i minimi del 2002, di recente ritestati, “è quanto mai possibile” che l’indice S&P 500 crolli fino a 460 punti – un 46% circa sotto i livelli attuali. Ecco il grafico:
Qual è il mio parere? Anticipando un giudizio che mi sforzerò di motivare, penso che il valore predittivo di quel grafico, realizzabile in pochi istanti con dati di dominio pubblico e software di analisi grafica gratuitamente disponibili su Internet, è pari a zero.
Quel grafico, cioè, non svela nulla di ciò che potrà fare il mercato azionario – una realtà sociale e storica straordinariamente complessa, i cui imprevedibili movimenti sono generati dalle decisioni e interazioni di milioni di esseri umani, motivati dalle più diverse conoscenze e strategie. Un po’ di riflessione critica unita all’osservazione empirica del passato ci dicono che non c’è motivo per pensare che i prezzi si manterranno all’interno di un predeterminato canale o che rispetteranno i ritracciamenti di Fibonacci.
L’analisi grafica e l’illusione della prevedibilità
Partirò da qualche semplice osservazione relativa al canale. Quello pubblicato su Intermarket&more individua forse una qualche proprietà, una “verità” grafica del bear market in corso? No. Non c’è nessuna reale caratteristica che sia portata alla luce. In quel grafico, in altre parole, non ci sono informazioni aggiuntive al semplice, erratico andamento dei prezzi.
Anche ammettendo che minimi e massimi via via fatti segnare dal mercato abbiano un qualche valore particolare, se uno vi presta attenzione si rende conto che, a ogni nuovo massimo e a ogni nuovo minimo, sarebbe stato necessario disegnare delle nuove trendline e un nuovo canale che rimpiazzassero quelli vecchi, la cui validità veniva negata. Quello tracciato è un disegno (alla portata di mio figlio di 6 anni) che non fa che allineare, su due parallele, solo tre punti tra i tanti del grafico: una cosa elementare e sempre possibile. In tal modo ottiene l’unico risultato di abbracciare, a posteriori, l’intero percorso compiuto dai prezzi di mercato nella discesa dai massimi. E’ un esercizio che conferisce all’andamento dell’indice S&P 500 un’impressione d’ordine e di prevedibilità. Ma si tratta di un’illusione, un po’ come quei fantomatici “canali” di Marte che verso la fine dell’Ottocento diedero vita al mito dei Marziani.
Siccome, strada facendo, nel corso del bear market, il canale discendente è andato allargandosi (a mano a mano che i canali precedenti venivano negati), ora ci vorrà probabilmente del tempo prima che anche quest’ultimo venga violato. Ma la mia facile profezia è che lo sarà – come sempre accade. Questi canali grafici sono infatti inconsistenti artifici, effimere illusioni ottiche.
Che dire dei ritracciamenti di Fibonacci? Non tutti i miei lettori sono trader navigati. Sarà dunque opportuno prendere le mosse da un po’ di storia.
Il problema dei conigli: Fibonacci e i suoi numeri
Leonardo Pisano, detto Fibonacci, ossia figlio di Bonacio, fu un talentuoso matematico vissuto a Pisa tra il 1170 e il 1250, noto per un libro – il liber Abaci – che pubblicò nel 1202 dopo un lungo soggiorno nella città di Bugia in Algeria. Con quel libro, Fibonacci introduceva in Occidente le cifre oggi universalmente utilizzate e altre straordinarie conoscenze matematiche sviluppate nel mondo indo-arabo – da lui acquisite grazie alla permanenza sull’altra sponda del Mediterraneo.
Affrontava questioni relative a criteri di divisibilità e a regole di calcolo di radicali quadratici e cubici. Si spingeva, tra l’altro, a considerare un curioso interrogativo: quanta progenie sarebbe nata nel corso di un anno da un’iniziale coppia di conigli, supponendo che ogni mese una coppia ne generasse un’altra e che i piccoli cominciassero a figliare all’età di due mesi?
La soluzione di questo problema lo portò a individuare una successione di numeri (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, etc) dalle curiose proprietà: ogni numero è la somma dei due precedenti, ogni numero diviso per quello seguente dà 0,618 e diviso per quello precedente dà 1,618. Da allora, quei numeri sono diventati noti come “numeri di Fibonacci.”
Non tutto, nella serie del matematico pisano, costituiva una novità. Il rapporto 1,618, infatti, era una vecchia conoscenza. Si trattava del numero irrazionale che il greco Euclide, chiamandolo “proporzione media”, aveva già individuato come il rapporto intercorrente tra la diagonale e il lato di un pentagono regolare. In epoca rinascimentale fu ribattezzato sezione aurea o, dal matematico Luca Pacioli, “proporzione divina”.
Il rapporto si trova, sia pure in modo approssimativo e forse casuale, nella piramide di Cheope, sarebbe stato usato dallo scultore greco Fidia nelle statue del Partenone, fu deliberatamente ripreso da Le Corbusier in epoca moderna. Fu anche utilizzato da Stradivari nella realizzazione dei suoi celebri violini e, sempre in ambito musicale, definisce diversi intervalli musicali naturali, riducibili a rapporti tra numeri di Fibonacci. In natura, i numeri della serie di Fibonacci appaiono nella struttura di alcune piante e fiori: il giglio, ad esempio, ha tre petali, i ranuncoli ne hanno cinque, la cicoria 21, la margherita spesso 34 o 55.
Elliott, contabile in pensione, svela “il segreto dell’Universo”
Cos’ha tutto questo a che fare con la finanza? Fu un contabile americano in pensione, di nome Ralph Nelson Elliott, a introdurre Fibonacci nel mondo dei mercati finanziari, dapprima – a suo dire – in modo inconsapevole. In un libro del 1938, The Wave Principle (Il Principio dell’Onda), Elliott teorizzò che i mercati, come le società umane, seguono degli andamenti ciclici e in qualche modo ripetitivi, un ritmo formalizzabile sotto forma di “onde” (vedi grafico sotto, tratto da Wikipedia).
Espansione e contrazione, ottimismo e pessimismo continuamente si avvicendano. Un ciclo base sarebbe costituito da tre impulsi espansivi e due ritracciamenti correttivi alternantisi tra loro, seguito da due onde in controtendenza con inframmezzata un’inversione in senso opposto. Il ritmo di fondo della crescita – dei mercati finanziari, come delle vicende umane, come dell’evoluzione della natura – sarebbe dato da un movimento primario espansivo fatto di cinque onde, seguito da un movimento in controtendenza composto di tre onde.
Nella elaborata costruzione di Elliott, questi movimenti si combinavano poi tra loro arrivando a comporre dei “supercicli” – della durata di svariati decenni – formati da 89 onde nel senso primario e 55 onde in controtendenza. Tre, cinque, 55, 89 sono tutti numeri della serie di Fibonacci. La “teoria” era suggestiva e oltremodo ambiziosa, come confermava il pretenzioso titolo dell’ultima opera di Elliott, pubblicata nel 1946: Nature’s Laws, the Secret of the Universe (Le leggi della Natura, il segreto dell’Universo).
Prima che la geometria frattale fosse fondata – con ben altro rigore – dal matematico francese Benoit Mandelbrot, Elliott aveva abbozzato una definizione della struttura dei mercati finanziari che ai frattali, in sostanza, poteva far pensare: figure caratterizzate da auto-similarità (self-similarity) che si ripetevano su diverse scale spaziali e temporali. Nelle parole di un ammiratore di Elliott, il matematico John Casti, la visione di fondo della sua teoria era la seguente: “E’ come se fossimo programmati in modo matematico. Conchiglie, galassie, fiocchi di neve o esseri umani: siamo tutti espressione dello stesso ordine.”
Nel momento in cui arrivò a scrivere Nature’s Laws, la sua summa, Elliott si era accorto che la serie di Fibonacci definiva il ritmo interno della sua “teoria”. E diede a questo sposalizio la sua benedizione, dichiarando: “La successione di Fibonacci è la base del Principio dell’Onda.”
Non furono molti, per la verità, quelli che per almeno un trentennio prestarono ascolto alle tesi del visionario contabile del Kansas. Solo dagli anni ’70 il suo nome e quello di Fibonacci hanno cominciato a diventare sempre più popolari presso graficisti e trader, grazie al lavoro di un analista, in origine al servizio di Merrill Lynch, di nome Robert Prechter.
Assurto a notorietà e celebrato come “guru” per una serie di previsioni azzeccate – tra cui, pare, quella del crash del 1987 – Prechter diventò un abile e infaticabile predicatore delle “verità” di Elliott. Autore di diversi libri di successo, Prechter ha dato vita a un’affermata società di consulenza e previsioni di mercato, Elliott Wave International, e a un istituto di “ricerca”, the Socionomics Institute, che hanno il Principio dell’Onda e i numeri di Fibonacci al centro della loro visione dell’Universo.
Un buon esempio dell’approccio totalizzante e, direi, quasi mistico di Prechter si trova nel seguente filmato, tratto da un più ampio documentario intitolato “History’s hidden engine” (Il motore nascosto della Storia), prodotto dal Socionomics Institute
In esso, Prechter e altri seguaci di Elliott raccontano come i numeri di Fibonacci “ritornino continuamente in natura.” Dovunque sia all’opera una qualche dinamica di crescita, lì si troverebbe Fibonacci: galassie, uragani, conchiglie, piante. E lo stesso vale per il corpo umano: abbiamo infatti 5 protuberanze – due braccia, due gambe e la testa – cinque dita per ogni mano o piede e tre falangi per dito.
Implicazioni troppo grandiose
Sorpreso, mentre ascoltavo il “documentario” di Prechter, ho cominciato a chiedermi come mai abbiamo anche 26 vertebre, 32 denti e 206 ossa (numeri che niente hanno a che fare col matematico pisano). Ma come vedremo più avanti, le universali “verità” di Prechter e dei suoi seguaci ora ci sono e ora non ci sono. Per essere colte richiedono complesse e soggettive interpretazioni, che, a quanto pare, solo dei genuini “Elliottiani” sono in grado di elaborare.
I numeri di Fibonacci, continua Prechter nel documentario, potrebbero persino “regolare” il modo in cui pensiamo e qualcuno li avrebbe anche individuati in fenomeni sociali come i sondaggi demoscopici o le tendenze di voto. La conclusione di Prechter? Allusiva ma carica di promesse: “Le risultanti implicazioni sono davvero grandiose!”
Sarò esplicito. D’istinto, mi è venuto in mente il famoso detto di Albert Einstein: “La differenza tra un genio e uno stupido è che il genio ha dei limiti.” Se Prechter ci invita ad abbandonare il senso del limite noi, pur senza ritenerci dei geni ma non volendo passare per stupidi, dovremmo sforzarci di fare il contrario e tenere ben vigile il nostro spirito critico.
Ma arriviamo al punto. Dunque, al Socionomics Institute ritengono che la successione di Fibonacci costituisca una struttura matematica che regola “in modo solido ed efficiente” le dinamiche di crescita dei processi sia naturali che sociali. Tra quest’ultime, com’è evidente, un posto di rilievo è occupato dai mercati finanziari.
E’ qui che la fede nelle Onde di Elliott, grazie soprattutto a Prechter, si è sempre più propagata negli ultimi trent’anni. Recenti sondaggi hanno messo in luce che i ritracciamenti di Fibonacci, inclusi ormai in tutti i software di analisi tecnica, sono tra gli strumenti più usati dagli analisti grafici, più ancora delle tradizionali, notissime medie mobili.
I “numeri magici” dei ritracciamenti (vedi grafico sotto, tratto da Investopedia) sono 23,6% (rapporto tra ogni numero della serie e il terzo successivo), 38,2% (rapporto tra ogni numero e il secondo successivo), 61,8% (rapporto tra ogni numero e quello immediatamente successivo). Comunemente usati sono anche i ritracciamenti del 50% e del 78,6%. Per le proiezioni di un trend oltre il 100%, le stesse percentuali ritornano, anche se di gran lunga le più impiegate sono 138,2% (la proiezione utilizzata nel grafico del blog Intermarket&more) e 161,8%.
Naturalmente, la domanda essenziale, che esige una risposta, è: ma i numeri di Fibonacci funzionano? Riescono davvero a spiegare il concreto andamento dei mercati finanziari?
Dei ritracciamenti di Fibonacci non c’è prova
Dalle informazioni che sono riuscito a raccogliere, pare che nessuno abbia analizzato questo problema con rigore scientifico fino al 2005, quando due ricercatori della Cass Business School di Londra, Roy Batchelor e Richard Ramyar, si imbarcarono nel progetto. Dopo aver definito una metodologia statisticamente rigorosa e rispettosa delle teorie Elliottiane, Batchelor e Ramyar procedettero a calcolare se i rapporti di Fibonacci ricorressero in modo non casuale nella storia dell’indice Dow Jones Industrial dal gennaio 1915 al giugno 2003: un campione di 22.194 osservazioni giornaliere.
Il risultato della ricerca non lascia spazio ad ambiguità. “La nostra conclusione – scrivono Batchelor e Ramyar – dev’essere che non ci sono differenze significative tra le frequenze con cui rapporti di tempo e di prezzo hanno luogo nell’indice Dow Jones Industrial Average e le frequenze che ci si può aspettare ricorrano in modo casuale. […] L’idea che frazioni intere o rapporti di Fibonacci si verifichino nell’indice Dow può essere respinta.”
La “teoria” di Elliott, dunque, sembra essere pseudoscientifica. E’ una storia affascinante e popolare, che non ha riscontro nei fatti. Si nutre della credulità di tanta gente, a volte anche colta e sofisticata.
L’impressione di inconsistenza e inaffidabilità della costruzione di Elliott e Prechter, per quel che mi riguarda, è se possibile rafforzata dalla risposta che Prechter scrisse dopo la pubblicazione dello studio di Batchelor e Ramyar. In essa sostiene che nei ritracciamenti di mercato i rapporti di Fibonacci sono una “tendenza”. Accadono, in genere, solo “occasionalmente.” Mentre maggiore è la loro frequenza solo in certi particolari “tipi” di onda – fattore che Batchelor e Ramyar non avrebbero potuto appurare visto che il loro studio identifica le onde solo in base ai movimenti di prezzo. Nella teoria di Elliott, invece, le onde sono di una natura complessa, definita da “forma e tempo” oltre che dal prezzo.
“Provo simpatia per quegli statistici che vogliono testare semplici regole di trading” – scrive Prechter. “Ma il modello basato sul Principio dell’Onda non è semplice, come non è semplice il mercato.”
Una simile risposta è un concentrato di ambiguità. Gli Elliottiani professano verità che, da quanto ammette Prechter stesso, non si sono mai sforzati di appurare, loro per primi, in modo scientificamente adeguato. Si comportano, insomma, da affabulatori a caccia di credenti. E poi, da un lato il Socionomics Institute, come abbiamo visto, sostiene e propaganda una visione di universale significatività dei numeri e dei rapporti di Fibonacci. Dall’altro, quando tale significatività viene testata e dimostrata falsa nei mercati finanziari, Prechter si affretta a ricorrere a sottili e nebulosi distinguo, che conferiscono caratteristici elementi di soggettività alla “teoria” delle Onde: i rapporti di Fibonacci sarebbero tendenze, che diventano significative solo in certe onde, la cui definizione resta sfuggente.
Questo è il linguaggio di tutte le pseudoscienze – superstizioni che spesso beneficiano i guru che le alimentano a spese degli illusi che abboccano e ne fanno uso.
Scienza e pseudoscienza
Scrive l’astronomo Carl Sagan nell’ottimo libro Il mondo infestato dai demoni, la scienza e il nuovo oscurantismo (traduco dall’edizione originale inglese):
“La pseudoscienza è diversa dalla scienza che sbaglia. La scienza prospera sugli errori, rimuovendoli a uno a uno. In ogni istante, gli scienziati arrivano a conclusioni false, ma vi arrivano in modo provvisorio. Le ipotesi vengono formulate in modo che possano essere dimostrate false. Ipotesi alternative vengono messe a confronto con esperimenti e osservazioni. La scienza annaspa e barcolla alla ricerca di una migliore comprensione. I sentimenti personali degli scienziati direttamente interessati vengono sicuramente offesi quando un’ipotesi scientifica è provata falsa, ma queste falsificazioni sono riconosciute come essenziali al progresso della scienza.
La pseudoscienza è l’esatto contrario. Le ipotesi sono spesso formulate proprio in modo da renderle invulnerabili a ogni esperimento che le possa provare false, dunque al fine di renderle per principio non falsificabili. I praticanti delle pseudoscienze condividono atteggiamenti difensivi e sospettosi. L’indagine scettica incontra opposizione. Quando le ipotesi pseudoscientifiche non sollevano l’entusiasmo degli scienziati, subito vengono sospettate cospirazioni tese a eliminarle.”
Come a questo punto sarà chiaro, sono fortemente scettico sulla fondatezza delle eccezionali pretese avanzate da Elliott e Prechter con le loro “teorie”. Penso che abbia visto giusto Mandelbrot, il grande matematico che molto si è occupato di mercati finanziari, il quale ha scritto: “La predizione delle Onde è un affare molto incerto. E’ un’arte in cui conta molto di più il giudizio soggettivo dell’analista grafico che non l’oggettivo, replicabile verdetto dei numeri. I risultati di questa pratica, come di gran parte dell’analisi tecnica, sono nel migliore dei casi contrastanti.”
Penso che abbia visto giusto anche David Aronson, docente di analisi tecnica al Baruch College della City University di New York e autore dell’ottimo Evidence-Based Technical Analysis, un libro che, con rigore scientifico, eseguendo molteplici test su 25 anni di dati, espone come prive di validità 6,400 semplici regole – comunemente utilizzate – di analisi tecnica.
Del Principio dell’Onda di Elliott – “una delle più grandiose congetture dell’analisi tecnica” – Aronson scrive che ricorda, per la complessità e la flessibilità dei molteplici elementi che lo compongono, la descrizione delle volte celesti elaborata dagli astronomi pre-Copernicani allo scopo di conciliare le osservazioni del movimento dei pianeti con l’erroneo principio fondativo della centralità della Terra nell’Universo.
Il Principio dell’Onda: né significativo, né utile
Il Principio dell’Onda, nota Aronson, seduce perché sembra avere una straordinaria capacità di adattarsi a ogni singolo segmento di storia dei mercati finanziari. Ma ciò è possibile perché gli Elliottiani riescono a giocare con grande libertà, in una continua e soggettiva applicazione delle regole, con un gran numero di onde di varia grandezza. A posteriori, tutto può essere spiegato. Ma nulla di oggettivamente verificabile si riesce, d’altra parte, a predire. “Un modello o un metodo con un’illimitata abilità di adattarsi al passato ma incapace di produrre predizioni verificabili (falsificabili) del futuro non è né significativo né utile.”
Dell’inutilità del Principio dell’Onda e dei ritracciamenti di Fibonacci come strumento di predizione degli andamenti del mercato sono testimonianza, dopotutto, i risultati disastrosi ottenuti dal “guru” Prechter con le raccomandazioni pubblicate sulla principale delle sue newsletter – l’Elliott Wave Financial Forecast.
I dati, riportati da Aronson, sono tratti dall’Hulbert Financial Digest – il principale e più rispettato tra i servizi che in America si sono specializzati nel monitorare la performance di centinaia di newsletter d’investimento. Dalla fine del 1984, quando ha cominciato le sue pubblicazioni, fino al luglio del 2005, quando Aronson ha scritto il suo libro, l’Elliott Wave Financial Forecast ha ottenuto un rendimento medio annualizzato del -18,2%. In un orizzonte decennale, il risultato è stato ancora peggiore con un -28,2% rispetto al + 10,0% dell’indice Wilshire 5000.
Chi avesse dunque investito i suoi soldi nelle “grandiosi implicazioni” dei “segreti dell’Universo”, scoperti da Elliott e divulgati da Prechter, avrebbe mediamente fatto peggio del mercato del 38,2% l’anno per ognuno dei dieci anni dal 1996 al 2005. Non so cosa sia accaduto dopo la metà del 2005. Non ho accesso all’Hulbert Financial Digest, disponibile solo su abbonamento. Ma dubito che gli ultimi tre anni possano avere sostanzialmente alterato la catastrofica performance dell’Elliott Wave Financial Forecast nei 21 anni precedenti.
Tornando, in chiusura, all’apprensivo interrogativo posto da Alessandro, spero di averlo un po’ rassicurato. I “canali” di Marte, “visti” da frotte di appassionati osservatori del pianeta rosso sul finire dell’Ottocento, non erano resti di un’antica civiltà marziana ma illusioni ottiche. Illusioni ottiche sono pure i canali evidenziati, in modo perennemente ondivago e privo di valenza predittiva, dagli analisti tecnici. Quanto al ritracciamento del 138,2% prefigurato dal blog Intermarket&more, penso di aver mostrato che i rapporti tra i numeri di Fibonacci non sono il “motore nascosto” dei mercati finanziari. Di tale motore, se si sta all’evidenza, non c’è per ora traccia.
bellissimo articolo, grazie! In effetti ho sempre pensato che se bastasse interpretare dei charts per fare soldi, lo farebbero tutti, utilizzando un software che ti dice quando comprare e quando vendere. I software ci sono, ma a quanto ho capito chi li usa sono in genere investitori senza arte ne parte, alla ricerca del sacro graal; costoro normalmente finiscono per perdere tutti i soldi perche’ si fidano ciecamente di strumenti predittivi che nulla hanno a che vedere con i fondamentali di un mercato.
Visto che sono tirato in causa, dico la mia…
In linea di massima trovo assolutamente corretto quanto dice Bertoncello. E’ assurdo poter proiettare con la massima certezza l’andamento di un mercato semplicemente tirando due linee.
Questa, però, è l’analisi tecnica. E l’analisi tecnica è seguita da migliaia e migliaia di persone ed operatori nel mondo, che con il loro comportamento riescono indirettamente ad influenzare il mercato.
Lo ripeto, io considero l’analisi tecnica una chiave di lettura e non la soluzione definitiva a tutti i mali.
Io mi ritengo un “mix” di analisi tecnica e fondamentale, ma soprattutto fondamentale (ne è la prova il capitolo “previsione dei mercati 2009” che sto redigendo, basato SOLO sul valutazioni fondamentali, il che la dice lunga.
Purtroppo sono di fretta ma sono pronto ad approfondire l’argomento.
Come commento finale, a questo punto, vi faccio una proposta.
Provate ad utilizzare lo stesso metodo usato con lo S&P 500 per il WTI.
Noterete che si va in negativo…
Che succederà? Gli arabi ci pagheranno alla pompa di benzina?
Un saluto a tutti.
PS: resta cmq il fatto che secondo me lo S&P 500, con o senza Fibonacci, è destinato a valori ben inferiori….
Personalmente non condivido in toto questa analisi in quanto mi sembra eccessivamente radicale ed ho imparato negli anni che sui mercati le convinzioni radicali vengono smentite con una discreta regolarità. Non sono un elliottano, ne un ganniano ne un seguace dell’analisi tecnica ma ci sono alcuni elementi di ognuna di questa analisi che hanno la loro rilevanza. Questo perchè le conformazioni grafiche tendono a rappresentare spesso un comportamento umano collettivo in date situazioni.Secondo me infatti l’analisi tecnica ha una valenza psicologica non solo perchè si autoconferma con l’utilizzo collettivo ma anche perchè in date situazioni psicologiche di estremo ottimismo e pessimismo i pattern grafici che si realizzano sono spesso simili (anche se quasi mai identici). Allo stesso modo supporti e resistenze testati più volti e con volumi crescenti acquistano valore perchè è su quei prezzi che la maggiorparte degli operatori si è confrontata ecc ecc.
Anche l’analisi di Elliott, pur essendo fortemente discrezionale se ben applicata in realtà ha le caratteristiche di configurare nelle onde un comportamento umano come poi ben esemplificato nell’utilizzo dell’analisi ciclica da Ian Notley ed altri.
Essendo i mercati finanziari guidati da una serie di forze con natura completamente diversa una dall’altra ogni tipo di analisi tende a dare un aspetto di queste forze e mai la completezza del mercato che è irriducibile perchè tiene presente una variabile difficilmente misurabile, cioè quella umana e per cui l’analisi tecnica tende a fatica di dare delle regole di massima.
Bisogna poi dire che ogni analisi dei mercati presa singolarmente è fallace per sua natura, faccio un esempio che mi riguarda:
A inizio di questo millennio diverse newsletter di analisi fondamentale consigliavano il titolo worldcom giustificando questo consiglio con valutazioni fondamentali assolutamente fantastiche e con un business solido che non giustificava tali valori seppure l’analisi tecnica parlava di un titolo in caduta libera, beh nei mesi successivi saltarono fuori bilanci truccati e quant’altro che portarono al fallimento della stessa, l’analisi tecnica lo aveva compreso prima che sul titolo c’era qualcosa che non andava. Il discorso sarebbe ancora più lungo perchè oltre all’analisi tecnica e fondamentale per il mio modo di vedere i mercati ci sono altri almeno due o tre fattori da prendere in considerazioni quale la liquidità a disposizione del sistema finanziario e la competitività intermarket degli asset e la situazione geopolitica. Ma diventerebbe un discorso troppo lungo.
Salve mi chiamo Luca e sono un suo assiduo lettore, le scrivo un’email poiché volevo approfittare della sua preparazione per domandarle alcuni suggerimenti circa qualche testo su cui documentarmi per la scrittura della mia tesi dal titolo “Gestione delle risorse umane nelle società a capitale pubblico: il caso Lupiae Servizi SpA”. In pratica per concludere il mio ciclo di studi in Ingegneria Gestionale LS sto facendo un stage aziendale alla Lupiae Servizi di Lecce, questa esperienza verrà riportata nella mia tesi come caso applicativo dell’argomento più generale che è la gestione delle risorse umane. La mia idea sarebbe anche di toccare argomenti di attualità come per esempio il lavoro di Brunetta nella pubblica amministrazione.
Per qualsiasi cosa mi contatti all’indirizzo di posta: clafy82@tiscali.it
La ringrazio sentitamente e buone vacanze.
Cataldo Luca Antonio
gent. dr. bertoncello ,mesi fa il mercato aveva raggiunto in risalita la parte alta del canale discendente . mi pare di ricordare , ma sinceramente non ne sono sicuro , che fu proprio lei a anticipare pubblicamente di essersi messo corto di ben 2 ( due ) fib riportando il grafico col canale e con lo stop vincendo spietatamente e ripetendo il tutto una seconda volta . da allora lo seguo con rispetto . per quello che dice ora sull’analisi tecnica penso quindi che lei predica male ma razzola bene e va bene così .ho trovato un grafico storico mensile dell’ sp500 che termina con un immane doppio massimo che chiede area 400 .intermarket mi ha detto che non accadrà . io continuo a seguirvi . non serve rispondermi . grazie e saluti di fine anno a tutti . il trader ignobile marcello massa .
Intanto un saluto al giornalista Bertoncello autore di questo ‘ponderoso’ e ‘ riassuntivo’ articolo su alcune ‘classiche’ teorie ricadenti nella disciplina dell’AT.
Mi scuso per non essere all’altezza della profonda e ‘penetrante’ dialettica dell’autore di tale post.
Chi mi conosce sa’ che sono un uomo di poche parole, ma ‘diretto’ e ‘sintetico’ nella esposizione delle mie idee. Almeno cosi’ mi descrivono i lettori del mio Blog.
Personalmente, aggiungerei ‘parco’ agli aggettivi sopra indicati.
E come tale voglio continuare ad esserlo.
Disciplina ed operatività rigida applicata ai mercati finanzanziari. Questè è il mio modus operandi.
Date queste premesse non posso esimermi dall’esprimere alcune sintetiche ed ‘umili’ riflessioni di cio’ che è stato sopra detto.
Riflessioni di colui come me (e ce ne sono tanti)che ha vissuto ‘quotidianamente’ sui campi finanziari una battaglia per la sopravvivenza.
Una battaglia combattuta si con le armi, ma anche con l’intelligenza e l’astuzia del combattente che deve difendersi in qualsiasi modo per non soccombere e ‘perire’ nel putrido fango del suo ultimo campo di battaglia
Credo che l’aver vissuto ‘personalmente’ alcune fasi storiche dei nostri mercati finanziari, mi ha aiutato moltissimo ad approcciare con umiltà le sfide che si sono ripresentate puntualmente negli anni successivi.
Personalmente la mia metodologia operativa è molto piu’ cauta e riflessiva (sono un reduce da bolle speculative… ).
Un vero “disabile” finanziariamente parlando.
Sono rimasto ferito “gravemente”, molto gravemente…
E l’esperienza dell’aver visto molto sangue su quei campi, (sangue vero…) , mi porta spesso a valutare e ad avere una “visione” differente rispetto a chi non è stato in “trincea” e in guerra come me.
Una visione e un outllook umili che uniti all’obiettività delle analisi ti porta a verificare con pacatezza cio’ che sta accadendo sul grafico.
Voglio solo capire e non “insegnare” agli altri.
Lungi da me dal farlo. Le mie metodologie sono frutto di anni di osservazioni empiriche sui grafici e sul ‘sentiment’ del momento…
Sono stato un soldato semplice nella guerra della bolla speculativo e cerco di mettere in atto cio’ che ho “vissuto”, ma lungi dall’affermare di aver compreso o capito tutto.
E pronto ad ammettere i miei errori e cercare continuamente di correggerli.
Cerco nella Borsa come nella mia vita la “tendenzialità” della conoscenza.
Voglio viverla nella pienezza della consapevolezza dell’essere e del divenire…
Utilizzo unicamente 2 semplici alternative.
Al verificarsi del segnale scatta l’operatività.
La mia filosofia razionalista ed empirica mi porta sempre a non credere a priori a nulla e diffidare sempre dei segnali che emergono dai grafici.
Segnali di una soggettività intrinseca che ci porterà a vedere cio’ che noi vogliamo vedere e non cio’ che probabilmente accadrà.
E’ un paradosso lo so’, ma essendo un astronomo dilettante (e conosco bene il fenomeno dei canali marziani!) sono abituato a ragionare in termini scientifici.
Il pensiero deve essere sempre supportato, cosi’ come vuole la metodologia e la prassi sperimentale, da prove ‘falsificabili’ e ‘confutabili’, e l’analisi tecnica non sfugge al mio modo di osservare il ‘mondo’, che sia un mondo naturale o un mondo ‘finanziario’.
Pertanto, per non sbagliare mi pongo sempre due alternative, in maniera tale che sicuramente una delle due sarà quella giusta.
Semplice, direte voi.
Ma è nella semplicità che si trova la complessità.
Ci sono voluti anni di osservazione per poter giungere alla ‘visione’ della semplicità, e ancora oggi con l’obiettività e l’imparzialità che mi contraddistingue, ancora non sono del tutto convinto della reale efficacia dell’AT.
Ma in questi anni ho imparato ad osservare, scrutare e a soffermarmi su molti particolari e sfumature che a primo avviso possono sfuggire all’occhio umano.
Vi dico un segreto: quando iniziate un analisi osservate il grafico nudo senza nessun orpello dell’analista tecnico.
Osservatelo allo stesso modo come guardate un quadro del Caravaggio, o di Rembrandt, di Pollock, di Picasso…
Noterete la loro ‘pulizia’ e la loro chiarezza nell’esporvi cio’ che l’autore voleva ‘illustrarvi’.
Dovete partecipare Voi stessi alla ‘formazione’ dell’opera ed immergervi in cio’ chè è stato ed in cio’ che sarà…
Quanti dubbi attanagliano l’osservatore e l’analista…e allora?
Tornano le due alternative: o si va su’ o si va giu’.
Alla violazione della t-line superiore potremmo tornare long, alla rottura della t-line inferiore diventeremo short.
Questo è quello che ci racconta l’AT.
Una ferrea disciplina.
Una ferrea disciplina che spesso puo’ salvarti da evnti davvero disastrosi.
Bisogna imparare a capirne la ‘fisiologia’, sia quella in salita, sia quella in discesa, poichè l’unica certezza reale è che ci sarà sempre una discesa dopo una salita.
Io non applico nè la teoria di ‘elliot’ ne quella di fibonacci, per averle sperimentate personalmente, ma soprattutto perchè la mi operatività non ne beneficerebbe.
Quindi lascio al collega Dream una replica.
Un cordiale saluto a tutti.
Nysedow
Personalmente utilizzo esclusivamente ‘canali’ e t-line.
E devo dire con estrema verità che le due linee cosi’ tanto bistrattate dalla sua ‘eminente’ professionalità (cita suo figlio di 6 anni), hanno salvato me e molti lettori da disastri davvero notevoli.
Saro’ sintetico come sempre.
I miei post restano li’ in archivio e rintracciabili da chiunque: parlano loro al posto mio:
l’analisi osservativa dei grafici può aiutarci insieme ad altre metodologie ad individuare momenti di svolta particolari.
Capisco anche come in questi ultimi mesi il Dott. Bertoncello abbia iniziato ad accumulare posizioni finanziarie nel suo portafoglio, supportato da ‘analisi’ superbe e dettagliate su statistiche del passato basate su aspetti macroeconomici e fondamentali.
Capisco anche come il timing non sia stato esattamente quello giusto, ma vorrei invitarlo a riflettere e a non ‘buttare’ nulla al cestino poichè è possibile trovare sempre qualcosa di interessante, quel quid e quell’elemento che ti permette di ‘navigare’ in modo piu’ sicuro su questi mari agitati e tempestosi che sono i mercati finanziari.
Anche l’analisi tecnica o ‘osservativa’ come preferisco chiamarla…
Caro csifinanza per fortuna che ti definiscono un uomo di poche parole “diretto, sintetito e parco”…..comunque ho capito: si compra alla rottura della resitenza e si vende al perforamento del supporto.
Ok grazie.
Cordiali saluti
dott.Bertoncello qui c’e’ anche il pdf della ricerca
Fai clic per accedere a Magic_Numbers_in_the_Dow.pdf
Vi leggo un pò tutti e personalmente provo interesse nel leggere le vostre analisi sui mercati finanziari.
Se facessi trading userei l’analisi tecnica, per due semplici motivi: sembra così diffusa da indurmi a pensare che gli operatori di mercato nel brevissimo periodo assumano delle decisioni e dei comportamenti standardizzati e, inoltre, perchè nel brevissimo periodo è più facile che i mercati si muovano secondo la loro precedente tendenza che altrimenti (in assenza di nuove notizie).
Per quanto riguarda l’analisi fondamentale, la preferisco per il mio portafoglio investimenti di medio lungo periodo, per ovvi motivi.
In ogni caso è impossibile sottrarsi al dinamismo universale, pena la fine dei mercati.
13 – chiedo scusa se stamattina sono stato un po’ rapido. Ho letto l’articolo del Dott. Bertoncello di gran fretta (vedendo la citazione al mio post) e quindi mi sono perso qualche pezzo per strada.
Non voglio qui cominciare discorsi che poi, alla fine, non avrebbero nè capo nè coda. Dò solo la mia disponibilità ad approfondire l’argomento, se vi farà piacere, anche perchè ritengo scorretto “fare di tutta l’erba un fascio”.
Non voglio andare oltre, ma, permettetemi solo una considerazione di chiusura.
Per fortuna che al mondo c’è gente come il Dott. Bertoncello, il quale la vede diversamente dal sottoscritto sotto alcuni punti di vista, probabilmente anche grazie alla sua grande preparazione derivante dalle sue esperienze a testate giornalistiche internazionali. Però per fortuna che c’è poi gente che la vede in modo ancora diverso da noi due (magari gli amici di CSI Finanza per fare un esempio) e meno male che c’è gente che la vede in un altro modo ancora…
Io credo che nessuno abbia trovato nella storia la perfetta formula di lettura dei mercati finanziari. Ognuno cerca di ingegnarsi nel modo che ritiene più consono, anche in considerazione della propria cultura finanziaria, delle proprie conoscenze ed inclinazioni.
L’analista tecnico puro dirà che lui ha trovato la soluzione totale: il grafico dice già tutto.
L’analista fondamentale criticherà l’analista tecnico e dirà: è ridicolo affidarsi ai dati storici e non alle dinamiche dell’azienda, ai suoi bilanci ed al cash flow.
L’elemento ibrido (che molto lontanamente, viste le mie limitate competenze, potrei essere io) pensa magari che sia importante utilizzare i grafici per stabilire il timing ma considera i fondamentali e l’analisi macro come necessari per poter avere una visione macroeconomica corretta (poi magari io ci metto anche un po’ di intermarket…).
Non voglio dilungarmi… però, se avete notato, ognuno la pensa in modo diverse ed ognuno difende il suo credo.
Signori, vi ho spiegato perchè alle soglie del 2009 esiste ancora quello strano connubbio di compratori e venditori che volgarmente viene definito “mercato”.
E meno male che non tutti hanno la stesas visione. Altrimenti non ci sarebbe mercato.
Forse anche in questo caso sbaglio?
Per maurizio.
Se fosse cosi’ semplice…
Ciao, direi che questo articolo merita, dal mio punto di vista, la memorizzazione dell’URL; vorrei aggiungere alcune considerazioni di ordine logico più che tecnico o storico, riprendendo magari alcuni passi dai commenti che precedono questo.
La sintesi di quello che penso io è che l’AT funzioni solo intraday e IN ASSENZA DI SPINTE FONDAMENTALI.
Nell’ultimo anno (ma non solo), fin troppe volte per negarne la veridicità, si sono visti supporti fatti a polpette dall’uscita di un dato macroeconomico negativo. Troppe volte mi sono sentito rispondere che le analisi tecniche bruciate dal mercato erano solo “QUELLE SBAGLIATE” (“Le ipotesi sono spesso formulate proprio in modo da renderle invulnerabili a ogni esperimento”)
Inoltre, se ci fosse un metodo quasiasi, una regola qualsiasi capace di prevedere il futuro dei mercati non si spiegherebbero le performances dei più blasonati fondi, delle più rinomate gestioni… (fatta eccezione per i fondi Madoff) dite che questi gestori non la conoscerebbero ?
Escludiamo poi che ci possa essere un quaisiasi software che possa fare questo; dietro ad un software ci sono persone che implementano un algoritmo, che lo testano; dato che questo algoritmo non potrebbe che basarsi su dati pubblici, pensate che dopo aver scritto l’applicazione, andrei ancora avanti molto a lavorare ?
Se esistesse un quasiasi metodo, una qualsivoglia regola il risultato sarebbe che chi ne dovesse essere a conoscenza (e nel mondo globalizzato sarebbero tutti quelli che contano sul mercato), ANTICIPEREBBE IL MOVIMENTO, inizierebbe, ad esempio, ad acquistare il giorno prima del minimo, ed altri il giorno prima del giorno prima, e via così invalidando il metodo stesso.
L’AT è un metodo autoreferenziante, cioè funziona se la gran parte delle persone ci crede. Assunto questo, se funzionasse veramente sarebbe del tutto scollegata dal mercato stesso, cioè se la spostassimo sulle estrazioni del lotto sarebbe lo stesso, se dietro a un titolo non ci fosse una società, un’economia, un mondo, andrebbe avanti lo stesso. E’ assurdo, capite ?
Invento una tipica previsione di AT le cui caratteristiche spesso ritrovo “se dovesse scendere sotto 900 potrebbe arrivare fino a 740”. Cosa dovrei fare con un SE e un POTREBBE ? Qui non si tratta di sapere se il SE si avvererà o meno, si dovrebbe trattare di avere un motivo per capire se la spinta è verso il 900 o verso i 1500 e a questo punto lo scenario successivo è poco importante. Diversamente cosa me ne faccio ?
Molto interessanti alcune considerazioni che ho letto e che riporto:
“Questa, però, è l’analisi tecnica. E l’analisi tecnica è seguita da migliaia e migliaia di persone ed operatori nel mondo, che con il loro comportamento riescono indirettamente ad influenzare il mercato”
– Se non succede nulla di macroeconomicamente rilevante
“inizio di questo millennio diverse newsletter di analisi fondamentale consigliavano il titolo worldcom giustificando … seppure l’analisi tecnica parlava di un titolo in caduta libera, beh nei mesi successivi saltarono fuori bilanci truccati…l’analisi tecnica lo aveva compreso prima che sul titolo c’era qualcosa che non andava”
– Quindi da un grafico si poteva capire che i managers di Worldcom stavano truccando i bilanci ? Era da dirlo alla SEC.
“Io credo che nessuno abbia trovato nella storia la perfetta formula di lettura dei mercati finanziari. Ognuno cerca di ingegnarsi nel modo che ritiene più consono, anche in considerazione della propria cultura finanziaria, delle proprie conoscenze ed inclinazioni.”
– C’è una differenza che mi sembra cogliere tra coloro che cercano di prevedere e altri che cercano di impostare una strategia di investimento basata sull’identificazione di elementi macroeconomici che possono, nel breve-medio periodo, far girare il mercato: i primi lavorano con la necessità o la convinzione di dover ottenere dei risultati immediatamente riscontrabili (era stata fatta un’altra discussione a riguardo) e in questa ricerca seguono metodi più o meno validi ma talvolta, lasciatemelo dire imbarazzanti… perchè Fibonacci… dai su… mica varrà anche per il Lotto ? O per il campionato di serie A ? 🙂 I secondi impostano una strategia, senza disdegnare per la parte tattica del portafoglio operazioni di trading; non richiedono la validazione immediata dei risultati, NON PENSANO DI SAPERE COME ANDRANNO I MERCATI IL MESE PROSSIMO, FIGURIAMOCI IL GIORNO DOPO.
Non ho il dono della sintesi, talvolta anche in chiarezza di esposizione non eccello, ma spero non questa volta.
Ciao
Per Marco:
Al contrario l’AT ‘teorica’ , (non quella che io utilizzo, sia ben chiaro) non funziona in intraday ma funziona benissimo proprio in presenza di fattori fondamentali…
Gentile Dr. Bertoncello, ho letto il suo articolo recente sull’immobiliare.
Desideravo sapere , a differenza della proprietà, come vede il mercato degli affitti.
Intendo dire : Il prezzo degli immobili calerà ma come sarà la richiesta di affitti?
Grazie e cordiali saluti
Toni
Gentile Dr. Bertoncello, gradirei avere una sua opinione sull’opportunità di investire ora una piccola quota di risparmi sul petrolio (ad esempio un etf).
Grazie ed auguri per il 2009.
Giuliano
Quante parole…
La verità è che l’AT pur non essendo una scienza esatta, è un aiuto, una guida.
L’AT è validissima, parere mio…
Forse è difficile, molto difficile, saperla usare!
Chi fà regolarmente gain da anni seguendo l’AT,
viene da un altro pianeta, o cosa??
😉
per 15) non ho alcuna voglia di portare avanti polemiche inutili per cui ti rispondo anche se sembra la tua riflessione sul caso worldcom una polemica piuttosto che una discussione.
Il grafico di worldcom diceva che c’era qualcosa che non andava, non cosa, poi dopo si è scoperto cosa e anche la SEC lo ha scoperto dopo (cosi come madoff ed altre decine di casi). Simile sorte per Tyco international, Ahold, Enron ecc giusto per fare alcuni nomi che poi hanno portato a delle riforme molte severe per quanto riguarda le truffe finanziarie negli USA. (ma che sembra non sia poi cosi servite).
Gentile Signor Bertoncello
il Suo articolo sulle onde di Elliott e i ritracciamenti di Fibonacci mi portano a fare le seguenti considerazioni:
1) ancora una volta, pur con la buona qualità dell’articolo da Lei scritto e per la brillantezza con la quale espone le Sue tesi, consegna ai Suoi lettori una VISIONE PARZIALE della realtà, ricadendo, come spesso Le accade, nelle “trappole della mente” tipiche del cervello umano e ben descritte dalla Finanza Comportamentale. Portare come esempio la ricerca della Cass Business school sul Dow Jones o i back test di Aronson non sono ASSOLUTAMENTE prove sufficienti della fallacia della teoria delle onde di Elliott, perchè fotografano in modo parziale il problema.
Personalmente non utilizzo Elliott per le mie analisi ma potrei farLa parlare con diversi traders professionisti che usano SOLO la teoria di Elliott e fanno utili per il conto proprio della propria banca.
2) E’ innegabile che ci sono mercati sui quali Elliott funziona e mercati sui quali è inutile applicarlo; ma questo è vero PER QUALSIASI TIPOLOGIA DI ANALISI SI FACCIA IN CAMPO FINANZIARIO; ci sono time frame dove la teoria è più profittevole ed altri time frame dove la teoria non funziona; per questo è utile effettuare back tests statistici prima di utilizzare o eliminare uno strumento di analisi o previsivo; SE LE ONDE DI ELLIOTT NON FUNZIONANO SUL DOW JONES, NON E’ DETTO CHE ACCADA LA STESSA COSA PER LA SERIE STORICA DEL TITOLO GENERALI, PER ESEMPIO.
Per questo ribadisco che il Suo modo di giudicare i diversi strumenti di analisi è PARZIALE e frutto solo della Sua esperienza personale; inutile quindi ragionare su generalizzazioni.
3) Attaccare nel modo in cui fa Lei l’analisi tecnica (e gli analisti tecnici professionisti che usano Elliott, che tra l’altro, Le ricordo, hanno sostenuto un regolare esame per poter praticare la loro professione) e i vari strumenti che propone l’analisi tecnica, sono il segno di una IGNORANZA DI FONDO DELLA MATERIA.
Invito Lei e tutti i lettori del Suo blog ad andare a leggere il link che allego:
http://www.newyorkfed.org/research/staff_reports/sr4.html
Anche la Fed ha riconosciuto le potenzialità dell’analisi tecnica……
Cordiali saluti
Financial Markets LAB (www.financialmarketslab.blogspot.com)
l’ho scritto un po’ più su…
il vero, UNICO, problema è che l’AT,
e l’uso di Elliot e Fibonacci, vista la complessità della materia, non sono affatto scontati e banali.
Ripeto: solo pochi fortunati sanno “sfruttare” l’AT!
Per tutti gli altri è molto difficile farlo…
Molto più semplice negarla!
Bene, Rocco: se l’analisi tecnica è per pochi eletti, questo a me sembra un ottimo motivo per lasciarla perdere.
La maggior parte dei risparmiatori svolge un’attività, e non ha tempo da destinare ad oscuri studi su grafici.
Seguendo i pratici consigli di questo blog, che poi sono quelli di Graham, Buffett, Bogle ed altri grandi investitori, si ottiene il doppio risultato di ottenere dei ragionevoli rendimenti dal proprio risparmio e di non perdere del tempo a fare eccessive operazioni di compravendita dalle quali guadagnano in massima parte banche, intermediari e market maker.
Quoto Alberto,
ricordando che il blog è un luogo di incontro e di confronto costruttivo, dove qualsiasi opinione è apprezzabile se posta con i dovuti modi.
Buon 2009!
Mirko
Mirko, vorrei ricordarti che il blog è un luogo di incontro e di confronto costruttivo, dove qualsiasi opinione è apprezzabile se posta con i dovuti modi, ma tu purtroppo vuoi prenderci in giro. Tu fai sarcasmo a buon mercato proprio qui nel Santuario delle Verità Rivelate della Finanza ad Uso e Consumo dell’Investitore Accorto. Ma come ti viene in mente di mettere il punto esclamativo dopo il 2009 e soprattutto di aggettivarlo con “buon”?
Ma come potrà mai essere un “buon” 2009 per noi graficisti, elliottiani, analisti, trader dell’ultima ora e investitori poco accorti dopo essere stati così pesantemente redarguiti e derisi dal Venerabile Maestro Bertoncello? ora dobbiamo buttare resistenze e supporti nel canale di lungo che accompagna questo bear market epocale lasciando affogare la memoria del povero Fibonacci nelle onde tumultuose e imprevedibili del perfido Elliott.
Mirko, per pietà, non quotare più Alberto, tendici una mano, dacci una speranza… Sai quali indicibili patimenti andremmo incontro abiurando il nostro credo per convertirci all’Infallibile Metodo Bertocello? No, non dirmi che non lo conosci… l’ha ripostulato Lui poche settimane fa… vabbè, te lo ricordo io:
“… Ora che i più hanno girato le spalle all’investimento azionario, giudicandone i rischi troppo elevati, è RAGIONEVOLE pensare che a essere elevate siano invece le probabilità di ritorni attraenti nel lungo periodo. Il rischio azionario è massimo quando tutti l’ignorano. Se tutti ne sono ossessionati, come adesso, a essere massima è l’opportunità.”
Ora la confusione è totale nella mia debole mente, incapace di comprendere gli insegnamenti del Maestro e altrettanto incapace di accettare lo stato di nullità in cui Lui ci ha relegato. Tutte le gioe dei trade vincenti del passato devono essere riscritte, come speeso accade anche per la storia: non si trattava di abilità quindi, non era conoscenza frutto di studio teorico e applicato, era unicamente la solita e stramaledetta fortuna del principiante!!!
Molto mestamente ti saluto, o Mirko; e spero nella magnanima benevolenza del Maestro che non voglia infierire ulteriormente su dei poveri disgraziati illusi, ignoranti e superstiziosi, fors’anche indegni di usare questo spazio perchè solo sproloqui sanno fare che non meritano di certo le Sue attenzioni.
Caro Dott.Bertocello, condivido con lei che il trading è tutto fuorchè esoterismo, lo dimostro quotidianamente nel mio blog e soprattutto operando REALMENTE sui mercati certificando la mia operatività tramite ente esterno indipendente.
Elliott, come tutte le altre cose non ha nulla di magico…è un modo di vedere il mercato, un modo PROBABILISTICO di vedere il mercato e sulle probabilità si vince nel Trading e non sulla cronaca a posteriori.
Con Elliott però…2 anni fa ho (certificato e visibile anche questo) ipotizzato il ritorno ai minimi del 2003…ed allora eravamo in pieno Toro (2006)…la fortuna mi ha dato ragione?? No, la probabilità, c’è chi le sa calcolare e chi a “posteriori” snocciola “analisi-cronaca” di quanto è avvenuto…è la differenza tra chi fa il Trader di professione, e mangia facendo trading, e chi chiacchera di trading senza aver mai messo un ordine sulla più stupida delle piattaforme.
Quindi sono daccordissimo con lei Dott.Bertoncello, l’indotto del trading è gonfio di giullari…ma mi preme puntualizzare: non sono le teorie a rendere giullari bensì gli analisti (o aspiranti tali) ad esserlo utilizzandole.
Saluti ed auguri di buon anno.
Un Trader (vero).
In risposta a Gremlin,
vorrei precisare che non parlo con sarcasmo.
Mi reputo una persona rispettosa delle opinioni altrui e come cantava Vasco, non ho ” ne santi, ne eroi”.
Ribadisco a tutti l’ auguri di un buon 2009 aggiungendo tanta SERENITA’ !
L’unica cosa che tengo sempre a sottolineare è che nel post indicato dico chiaramente che si tratta di scommessa ma non di certezza, anche perchè io non sono poi così d’accordo con qeusta view. Riprendo testualmente: Questo è un post che lascio ai fini statistici…
Quindi non ho venduto realtà, ma solo potenziali scenari techici utilizzando un metodo particolare, discutibilissimo. Quindi non ritengo corretto pensare che in quel post io volessi vendere certezze.
Poi ognuno creda un po’ quello che vuole…
Saluti a tutti, anceh al Dott. Bertoncello, che forse, nel suo intendo, non aveva intenzione di accusare qualcuno in particolare ma criticare un determinato metodo di analisi.
O per lo meno, questo era quanto io ho inteso.
Sono io la persona citata nell’articolo del Dr. Bertoncello, che ringrazio per la sua cortesia e disponibilità, come sempre.
Se posso dire una cosina semplice, che esula dalle questioni finanziarie, allora dico che mi suona meglio una persona disponibile e attenta alle domande dei suoi lettori, piuttosto che tante altre persone che scrivono papiri non sempre all’altezza della situazione e comunque utilizzando linguaggi che solo loro capiscono.
Come sarà il 2009 forse solo lassù possono dirlo… e non ci sono Guru che tengano.
Dream, leggo e apprezzo il tuo blog. Posso non essere d’accordo sull’efficacia predittiva di alcuni metodi che utilizzi ma questo non significa che non apprezzi il tuo lavoro (ammesso che possa interessarti qualcosa il mio parere) e specialmente la tua onestà intellettuale.
..e bravo Alessandro. Siamo in 2.
Io dico la mia: non ho un passato come CIS Finanza ma posso solo certificare che se avessi seguito con decisione le rotture di canali, resistenze supporti e ritracciamenti, non avrei la consapevolezza che avere le probabilità a proprio favore siano l’unica certezza dell’AT. Se sbaglia usi lo stop. Nulla di più semplice. Naturalmente un pò di soggettività è l’anima dell’operatività nei mercati finanziari.
Complimenti per l’articolo. Lo trovo veramente importante.
“Se sbaglia usi lo stop. Nulla di più semplice”, “post che lascio ai fini statistici…”, “Un trader (vero)” …. devo dire che un tale concentrato di baggianate era davvero difficile ottenerlo in una sola pagina del web. Complimenti vivissimi. Un modo encomiabile per chiudere l’anno, in allegria e sane risate.
Non commento poi il solito modo di fare dell’autore di questo articolo che pare fossilizzato sull’idea “più scrivo, più sono credibile”. Purtroppo paragrafi su paragrafi di definizioni, citazioni e studi (ovviamente sempre di altri) non la portano sul piedistallo della verità, tantomeno nel caso di affermazioni come quelle qui presenti.
Per il resto un plauso, davvero sincero, a gremlin (commento 26 per chi se lo fosse perso) il cui messaggio mi ha davvero fatto morire. Complimenti!
Buon anno a tutti
voi continuate a disquisire
nel frattempo io faccio gain con l’AT
e NON mi interessa se > perchè > quanto > quando funziona
a me basta CHE funzioni
essendo l’unico scopo fare denaro
Noto nei commenti critici il solito malcostume italiano: si critica l’autore del blog con insinuazioni personali e definizioni sarcastiche ma non se ne contestano le tesi con argomenti verificabili.
Se qualcuno vuole sostenere che le onde di Elliott funzionano, potrebbe per cominciare postare una predizione basata su di esse.
Buongiorno a tutti e a tutti auguri per un 2009 migliore!
Personalmente mi preoccupo di più della dinamica degli utili societari che di predire il futuro.
Ma la cosa di cui ora mi interesso in particolare, e di cui chiedo a tutti è: “Quanto siamo innamorati di una nostra idea? Cioè, quanto siamo disposti a concepire e a far entrare nei ns ragionamenti anche gli argomenti contrari?”
Mi spiego in modo pratico:
E’ mia opinione che il valore delle aziende sia largamente sottostimato, anche se non so distinguere esattamente quanto di questa sottostima si debba alla crisi finanziaria (= vendite forzate di asset), e quanto alla percezione di disgrazie future (= mercati che anticipano).
Mi sembra però che, statisticamente, le attese di crescita o calo degli utili futuri, siano sempre state (ma proprio sempre?) esagerate dal mercato, che tende poi a riportarle verso la media storica. Cioè le attese sarebbero state nei fatti sempre smentite -basti vedere nel 2000-, per cui la borsa è sempre tornata alla normalità, salvo esagerare nuovamente, magari dalla parte opposta.
Questo detto, sembrerebbe di dovere fare oggi acquisti e aspettare che la storia ci dia ragione.
Questo mi dice la ragione, e sembra nella mia testa semplice e inoppugnabile. Ma il senso critico, e quello che leggo nei giornali, mi dicono invece: “Non sei solo innamorato di un’ idea (che potrebbe distruggerti)? Non è troppo facile, questa teoria, e perchè praticamente tutti o quasi sono scettici / negativi? Sono meno accorti e intelligenti?”
A quest’ultima domanda la risposta, ovvia, è no!
Ciò non può essere!
Domando anche a Lei, dr. Bertoncello: non siamo troppo innamorati di questa nostra idea, così semplice, elegante e seducente, da trascurare qualcosa di importante, di essenziale?
Cosa non quadra?
Perchè, visto che è così conveniente, gli acquisti non sono già iniziati, ma abbiamo un mercato, nella migliore delle ipotesi, addormentato?
Non potrebbero avere torto gli assertori del metodo value?
So che ci giochiamo questa partita nel novero delle probabilità, ma ammetto un certo stupore nel vedere il mercato da un mese stagnare sui minimi.
Nel fare i migiori auguri al Sig. Bertoncello per un sereno 2009 mi collego al post precedente di Alberto per rilevare l’altro “solito” malcostume italiano che consiste nel trattare idee e opinioni come fossero una squadra di calcio. Bisogna essere tifosi, avere fede, e al daviolo se la squadra è imbottita di mercenari indolenti.
Fino alla pubblicazione di questo post nei commenti ho sempre trovato ulteriori spunti ai temi esposti. Ora, forse inevitabilmente, sono scesi in campo i tifosi….
Nell’augurarle un felice nuovo anno desidero ringraziarla, dott. Bertoncello, per l’impegno profuso nella redazione degli splendidi articoli pubblicati in questo blog.
Le argomentazioni portate sono tra le più convincenti che è possibile trovare in rete.
Valter, ho letto con attenzione il tuo messaggio. Una delle maggiori qualità di un investitore dovrebbe essere quella di non innamorarsi delle proprie idee ma anche di non negarle alla prima evenienza contraria. In passato (ma purtroppo mi capiterà anche in futuro) diverse volte ho chiuso posizioni tattiche in perdita perchè il mercato non aveva reagito come mi aspettavo salvo poi vederlo andar dove avevo scommesso dalla settimana successiva; in altri casi invece ho tenuto posizioni sbagliate troppo a lungo.
Il lateralismo del mercato di oggi a me non sembra un brutto segnale; le notizie sono ancora sostanzialmente negative (vedi caso Madoff ad esempio) e le prospettive per l’anno prossimo infauste eppure il mercato non vende.
Immagino possa essere un segnale di inversione di tendenza (i rimbalzi violenti non lo sono mai) anche se non conclamata; una di quelle situazioni dove si sta scommettendo in una ripresa di medio termine e fino a quando questa convinzione non dovesse essere smentita o convalidata il mercato andrà laterale.
In genere, ogni nuova brutta notizia che mantiene il mercato laterale è una buona notizia.
Inviterei poi a non confondere (cosa che non fai nel tuo messaggio, mi sembra) le prospettive buie offerte dai TG con le prospettive del mercato: quelle offerte dai TG sono in genere già scontate dalle borse.
Infine un’ultima considerazione sull’argomento “tifosi”: va detto a onor del vero che l’articolo del Dr Bertoncello induceva una sorta di forte contrapposizione tra due diversi stili di investimento e pensiero. Fino a quando questo resta nei limiti del civile e del costruttivo è senza dubbio, dal mio punto di vista, utile; quando scade come è purtroppo accaduto in alcuni messaggi è un peccato.
Personalmente concordo poi con Alberto “Se qualcuno vuole sostenere che le onde di Elliott funzionano, potrebbe per cominciare postare una predizione basata su di esse.”
A PROPOSITO DI TERRORISMO MEDIATICO!!
Gentilissimo Bertoncello, sono ancora io, Alessandro. Le trascrivo un ennesimo post (a mio avviso delirante) scritto da tale Antitreder che così recita:
Ultimi giorni di calma, prima della tempesta perfetta.
Si sentono sinistri scricchiolii, preparatevi al piu’ grande spettacolo finanziario della storia del capitalismo arrivato alla sua degna fine dopo aver seminato miseria e guerre su tutto il pianeta.
Non tutto e’ perduto pero’, se i palloni gonfiati non mettono mano ad altri disastri (guerre) nascera’ un mondo migliore, molto piu’ giusto e solidale, praticamente ci sara’ una nuova Grande Unione Sovietica su scala planetaria.
La invito nei prossimi giorni, se e quando vorrà, a scrivere un articolo di fondo proprio su questo tema, che a mio avviso è molto sottovalutato: IL CONTINUO E INSISTENTE ABUSO DI ESTERNAZIONI ALLARMISTICHE E CATASTROFICHE, soprattutto da parte di chi dovrebbe invece mantenere un decoroso distacco e un modus operandi equidistante dagli estremi.
Per 41
Ce ne sono di catastofisti in ‘erba’.
Nel mio blog addirittura ho creato una sezione dedicata a loro intitolandola ‘La fine del mondo’…
In modo tale che un giorno li rileggeremo e ascoltermo quello che dicevano di oggi…
Ti viene proprio voglia di dire: ‘mah…’
… buon anno a tutti;
A me viene da dire: quante chiacchiere!
Per essere vincenti nel Trading occorrono delle doti, avere anche predisposizione. Non è per tutti.
E si può essere vincenti con l’AT, con l’analisi fondamentale, con un mix dei due, con una buona conoscenza delle dinamiche dei mercati, facendo trading discrezionale…
Chi vive di trading ha un “metodo”.
Chi vive di trading ha determinate capacità.
Agli altri rimangono le chiacchiere e la ricerca/negazione del Santo Graal…
ps
non prendetevela, è così…
Pingback: Analisi Tecnica o Fondamentale?
per 45)
“Chi ha venduto i titoli in quantità massiccia prima della divulgazione della notizia dell’acquisto di Telecom da parte di Pirelli?”
Ovviamente chi ha saputo prima che i FONDAMENTALI del gruppo non erano come apparivano.
Per investire in azioni singole con raziocinio ci vuole tempo e molta conoscenza, insomma si deve essere un professionista del settore.
Per Rocco: dal tuo post sembra che il LAVORO del trader invece che essere uno dei tanti lavori con cui si cerca di sbarcare il lunario sia una sorta di investitura divina. 🙂 Per curiosità, che lavoro fai ?
rispondo a MarcoDc:
Nessun Lavoro “particolare”, tranquillo!
Sai, faccio trading da soli 2 anni,
che però mi sono bastati per capire
che NON E’ UN LAVORO COME GLI ALTRI!
Richiede, ripeto, doti particolari,
anche psicologiche…
Niente investiture divine.
E’ per pochi testardi che si applicano tanto!
Che studiano e sperimentano.
Semplicemente…
ps
ho studiato tanto l’AT, e da quando ho trovato
(pare)il metodo giusto per me,
le cose vanno benino.
Faccio gain costanti da 6 mesi circa.
Piccoli ma costanti.
Il mio trading è conservativo, non troppi pezzi,
devo ancora “crescere”!
Buona fortuna
Ragazzi,
Lasciate perdere l’AT e altre amenità, per favore. Comprate, leggete e cercate di capire A FONDO “The black swan”, di Nicholas Nassim Taleb. Ho visto che è stato anche tradotto in italiano, se per caso qualcuno di voi non fosse in grado di leggerlo in inglese. Dovete capire, voi dell’AT, che state “raccogliendo monetine sotto un rullo compressore”.
Saluti a tutti, grazie Bertoncello.
Salve Dott. Bertoncello
è la prima volta che le scrivo ma già da qualche tempo apprezzo il suo blog.
Ovviamente condivido la sua tesi dell’articolo, non di meno però mi sento un romano che giudica barbaro colui che è al di la del confine. In realtà ho l’impressione che tutti i modelli di analisi (dentro e fuori il confine della dottrina economica neoclassica e successive) hanno dimostrato non solo di non predire gli eventi ma evidentemente anche di non comprenderli. Si tratta evidentemente di una sensazione, ma penso sia maturo il tempo perchè l’Eistein di turno (sperando di non incappare di nuovo in un Keynes) possa introdurre in economia quello che per la fisica è stata la teoria della relatività. E non mi stupirei se si superasse la logica marginalista che comprime i valori di mercato nell’utilità di pochi (mi vien sempre da sorridere quando al tg si stracciano le vesti se la borsa ha perso decine di miliardi di capitalizzazione un giorno per poi esultare se ne ha creati altrettanti il giorno dopo) propria con quella relativista che legherebbe i fondamenali del mercato a qualche altra grandezza. Il sospetto mi è venuto studiando un mercato che ha mostrato di essere più legato ai suoi fondamentali che a logiche marginalistiche, quello dei formaggi Parmigiano Reggiano e Grana Padano http://agriregionieuropa.univpm.it/dettart.php?id_articolo=215
Saluti
Come torno a ripetere, sentivamo davvero la mancanza di un ulteriore profeta di sciagure, al cui cospetto lo stesso Roubini non è che un dilettante… ora abbiamo il signor Kondratieff (chi era costui?) il quale con i suoi “Supercicli” suggerisce il definitivo De Profundis delle borse mondiale, con una previsione di ripresa addirittura nel 2020, coiè tra ben 11 anni!!!!! Come dire, aveva proprio ragione Keynes… “nel lungo periodo saremo tutti morti”. ALLEGRIA!!! Leggete qui e meditate…
http://intermarketandmore.investireoggi.it/supercicli-di-kondratieff-sara-ancora-crisi-3460.html
Caro Bertoncello. la esorto di cuore a dire la sua e a risollevare il morale di noi poveri (impoveriti) comunissimi e confusi mortali.
IL DELIRIO CONTINUA….
Tale “La saggezza” posta sul sito Intermarket codesta previsione:
“Il minimo ciclico si vedrà nel 2009, cioè nell’anno in corso. Il 2010 sarà già parte di un moderato ciclo toro. In ogni caso scordarsi dei massimi del 2007. Il 2014 vi sarà altro minimo ciclico posto ben più in basso di quello del 2009. L’ultimo minimo ciclico si vedrà nel 2019 con un tonfo sconquassante delle borse, che porterà il Dow Jones a 1400 punti. Da lì – cioè dal minimo 1400 del Dow Jones dell’anno 2019 – inizierà un’esaltante fase toro che porterà le borse ben sopra i massimi del 2007.”
Domanda: se costui è così bravo a prevedere, perchè non gioca al Superenalotto? Ora sarebbe arcimilionario.
50 -51 – Innanzitutto Kodratieff ha messo in piedi una teoria che è discutibilissima, creata molti anni fa (ma questo l’ho scritto, o sbaglio?) anche perchè è basata su macrocicli di lunghissimo periodo.
Questa teoria però va a combaciare con la mia view, che fino a prova contraria resta indirizzata ai 600 punti dello S&P 500 nel 2010. Sono un corvaccio? Può darsi, ma almeno provo ad espormi, a dire la mia, ad animare la discussione, a non fare il tifoso dei mercati ed a cercare invece di essere realista. Ma credete che io ci goda a fare il pessimista?
Assolutamente no, anzi.
Certo, potrei scrivere un allegro e brillante post dal titolo:
La crisi è finita, arriva il grande toro!!!
Magari lo condirei con un bel po’ di analisi fuorvianti e via, la gente sarebbe contenta. E magari Alessandro vedrebbe nel sottoscritto un portatore di saggezza e positività. Ma non lo farò, per un motivo di coerenza. Io la vedo in modo diverso. E, ripeto per l’ennesima volta, credo sia la cosa più normale del mondo avere vedute differenti delle cose. Altrimenti non ci sarebbe mercato, altrimenti non ci sarebbe discussione.
Questo discorso qui lo feci già tempo fa, all’inizio del 2008, con un lettore, che mi dava del pazzo per la mia visione negativa per il 2008. Certo, ora, a conti fatti, ho avuto ragione. Però potrei sbagliarmi per il 2009, per il 2010 e per i prossimi 20 anni.
Ma io porto avanti li mio pensiero,le mie teorie e quant’altro. Non accetto un ragionamento del tipo : “è scesa talmente tanto che ora non può che salire”, o ancora ” quest’azione ha perso l’80%, è ai minimi storici”.
Su quali basi possiamo dire questo? Sulle basi della sfera di cristallo. E allora, permettetemi, (anche se non avrei mai immaginato di difendere La Saggezza, un contestatore del mio blog) credo sia Mago Merlino sia La Saggezza come Alessandro. In quanto uno prevede un ribasso (Saggezza) e l’altro un rialzo (Alessandro).
Con questo voglio solo dire che credo sia dfficile per TUTTI poter aver una semplice e corretta chiave di lettura dei mercati. E se tutti avessero la chiave giusta…non ci sarebbe più mercato (o forse sbaglio).
Da sempre c’è chi è rialzista e chi non lo è, c’è chi vede nero, chi grigio e chi bianco.
Ognuno la vede un po’ a suo modo.
Ed è per questo che, tanti anni fa, io ho incominciato a scrivere su un blog, per poter avere un’area di discussione.
Con una certezza assoluta (oltre che la morte, purtroppo…). Nessuno può sapere con certezza il futuro.
Ora sta a noi. Cerchiamo di essere realisti e portiamo avanti la nostra view (io farò così) evitando però di fare i “tifosi”, altrimenti la padella, con la brace, sarà pronta per cuocerci in un bel fritto di paranza…
Chiedo scusa a tutti se mi solo dilungato e chiedo scusa anche al padrone di casa.
Ho solo detto il mio punto di vista.
Adios….
DT
Eccomi, nn potevo mancare, qst è uno dei post ke avrei voluto scrivere io, nn è nulla di nuovo intendiamoci, la diatriba fra analisi tecnica e fondamentale c’è sempre stata e nn finirà mai.
Con questo mio intervento nn vorrei dare il via ad una serie di commenti “complimentosi”, seppure meritati, al mitico Dream, ma siccome sembra ke la strada intrapresa sia quella del processo in piazza a DT, vorrei per lo meno portare una testimonianza sulla VERA kiave di lettura del mercato da lui adottata ke nn è la banale lettura di un grafico, ma bensi qualke cosa di piu completo ed armonioso.
73 antipatix
16 November 2007 alle 15:41
ok ci sono:
il metodo previsionale alla “Dreams” si basa sulla correlazione di più analisi.
1) analisi macroeconomica (per sapere essenzialmente cosa verrà comperato e venduto)
2) analisi fondamentale (per individuare il valore finanziario e confrontarlo con il valore di mercato)
3) analisi tecnica grafica e algoritmica (per individuare il timing)
Ovvero la chiave di lettura di Dream !!!!
74 Dream Theater
16 November 2007 alle 16:34
Diciamo che hai fotografato abbastanza bene la mia chiave di lettura…
Poi potrà essere giusta o sbagliata. Secondo me è ponderata e logica. oltre che potenzialmente valida…. Ma nessuno può dar delle certezze, anche perchè riuscire a leggere in modo corretto tutto non è mai facile. Ed ecco una delle mission di quasto blog. Cercare le giuste chiavi per poi poter andare nello specifico…
Quindi al top ci metto l’analisi macro e le correlazioni, che aiutano tantissmo per capire le dinamiche di mercato.
Successivamente si va sull’operativo e sullo specifico, e ovviamente sul grafico – tecnico.
Se si riesce a leggere correttamente le dinamiche di mercato, in linea di massima si dovrebbe riuscire ad ottenere delle buone performance in tutte le condizioni di mercato. Un total return a 360 ° ….
Sarebbe bello raggiungere questo scopo. E se ci riusciamo (perchè credo sia impossibile raggiungere tali obiettivi senza il vs. aiuto e il confronto con le vs idee) allora potremo dire che iniziamo a capirci qualcosa di finanza operativa….
Non voglio piu’ polemizzare in merito, ma invito ad una attenta lettura e riflessione di cosa sia ‘effettivamente’ l’analisi tecnica e l’analisi osservativa.
Dopo la lettura di questo articolo ho voluto creare una pagina dove venivano indicate le mie segnalazioni solo di acquisto su determinati titoli in odor di rimbalzo, al fine di verificare che l’analisi tecnica (la mia) e l’analisi osservativa aiutano ad ascoltare’ il respiro e il sentiment del mercato.
Questi sono i risultati:
http://www.finanzaonline.com/forum/member.php?u=10206&vmid=12899#vmessage12899
Lo so’ che dà fastidio, ma spesso bastano alcune linee e molta esperienza per effettuare performance di rilievo.
P.S. Auspicavo una risposta dal Dott. Bertoncello ai tanti post riflessivi e di dialogo che sono stati scritti in questa area.
Attendo ancora.
Credo che qualcuno meriti una risposta o almeno un commento
Non vorrei che questo Blog sia solo una testat giornalistica dove l’autore scrive e non dialoga…
Un cordiale saluto.
Per Dream Theatre:
Credo di essere stato frainteso e provo a spiegarmi meglio. Tu affermi “Certo, potrei scrivere un allegro e brillante post dal titolo: La crisi è finita, arriva il grande toro!!!” Poi affermi anche che io sarei uno che prevede un rialzo. Ebbene… io non prevedo affatto un rialzo, soltanto me lo auguro, dopo aver perduto (spero non definitivamente) metà dei miei risparmi di una vita! Io non prevedo rialzi, anzi ho una gran paura che si scenda ancora e di brutto!
QUELLO CHE INTENDO è: sappiamo bene che la situazione è stata orribile e oggi non appare migliore, ma PROPRIO PERCHE’ GIA’ E’ COSI’ BRUTTA, non dovremmo almeno sforzarci tutti assieme di tentare di vederla un pochino meno brutta di quanto già sia? Non faccio del facile “ottimismo” berlusconiano perchè sarei sciocco e scontato. Dico solo che mi ricordo un vecchio proverbio che recitava “tanto tuonò che piovve”. Meditiamo tutti. Già piove a dirotto e all’orizzonte si addensano fosche nubi. Ci vogliamo pure mettere a fare la danza della pioggia? A buon intenditor…
53 – grazie anti… il tuo intervento forse ha messo un po’ di luce sulle tenebre che si stavano addensando su di me….. 🙂 (scherzo…ovviamente…)
55 – ciao Alessandro, grazie della tua risposta. che però….dice già tutto.
mi spiego. Perchè anni fa ho aperto un blog? Per poter discotere con un gruppo di amici, che poi è diventato un grande gruppo.
Ora, se io facessi un blog, come dici tu, con fini psicologici, per portare un po’ di entusiasmo a chi ci rimette l’osso del collo in borsa, beh, spiegami a cosa servirebbe il blog!!! Sarebbe, dal mio punto di vista come autore, una buffonata colossale! Rileggi il nr. 53 . E’ tutto spiegato lì. Se io ora dicessi: dai ragazzi, fa tutto skifo, però peggio di così non può andare. Secondo te, io sarei coerente con me stesso ? Magari a te farebbe piacere, ma queste cose le fanno i giornali, le TV. Io ho cercato di creare il mio piccolo diario che testimonia il mio pensiero.
Quindi mi spiace, io purtroppo la vedo così e sarò soerente (e ti posso garantire che se non fossi così, oggi non avrei lettori, o cmq sarebbero molti molti meno di quelli che oggi invece (poverelli…) mi seguono.
Anche perchè…chi mi avrebbe seguito se già da settembre dell’anno scorso non iniziavo a nutrire dubbi sul trend di borsa, per poi dare il SELL a gennaio?
Un’ultima cosa, e chiedo scusa se mi sono dilungato.
All’interno del mio blog c’è una frase…
Remember the definition of a stock that has fallen 90%: one that’s fallen by 80% and then halves.
Gerard Minack (Morgan Stanley)
(”Ricordate la definizione di un’azione che ha perso il 90%. E’ un’azione che prima ha perso l’80% e poi si è dimezzata”)
io ce l’ho stampata sulla scrivania.
senza vole fare terrorismo, ma solo per dire che chi vive sperando….
Alla prox !
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